A cosa servono i desideri di Fabio Volo (45/16)

voloA cosa servono i desideri di Fabio Volo?
Ad offrire un facile bersaglio alla critica.
A sparare un po’ sulla Croce Rossa.
A sentirsi scaltri per aver evitato questa trappola editoriale e svelti nello smascherare le imposture.
Stroncare questo “non libro” è talmente facile da risultare ingeneroso.
Che cosa si può scrivere su una serie di pagine bianche spacciate come guida a ritrovar se stessi per gli sprovveduti acquirenti quando è solo un’occasione di facilissimo guadagno per i suo compilatore?
Volo finge di aver ritrovato il taccuino in cui venti anni prima aveva annotato considerazioni d’autore sulla liceità di inseguire i propri sogni.
Quelle letture giovanili, infatti, gli furono di sprone nell’abbandonare la zona di confort e cercare il successo.
L’espediente della retrodatazione dell’opera, lungi dal costituire espediente letterario, serve a mio avviso a dare una patina di originalità a certe citazioni che negli ultimi anni rimpallano, ugualmente decontestualizzate, dall’una all’altra bacheca su Facebook.
Riporto qui le uniche tre che sono finite nel mio zibaldone: tutte le altre le conoscevo da tempo.
Non conosco il segreto del successo ma il segreto del fallimento è cercare di accontentare tutti” (Bill Cosby)
Porto con me le ferite di tutte le battaglie che ho evitato” (Fernando Pessoa)
Una nave in porto è al sicuro, ma non è per questo che le navi sono state costruite” (John A. Shedd)
C’è di buono che, fra tanti spregiudicati consiglieri fraudolenti che in questi ultimi anni hanno invaso gi scaffali della libreria con ricette per la felicità a un tanto al chilo, Fabio Volo concede un po’ di spazio anche al dubbio.
Come si fa a sapere” si domanda al termine della speciosa introduzione “se è giusto desiderare di più o se invece è più intelligente imparare ad apprezzare quello che si ha e a goderne fino in fondo?”.
Io, da parte mia, non ho dubbi: subordinare la propria realizzazione al conseguimento di obiettivi sempre più ambiziosi è l’unico modo per non essere felici mai.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com