Conosco un posticino, Arrosti bone, che sarebbe iperbolico chiamare ristorante, spropositato ritenere trattoria, esagerato addirittura considerare braceria.
La vicina macelleria Da Rocco procura la carne che qui, in questo localino lillipuziano, che neppure i vetri sulle pareti riescono ad ingrandire, si cuoce e si mangia.
Nel menu di Arrosti bone compaiono solo arrosticini, cibo di briganti.
Li inventarono quei criminali (o forse sono eroi?) che non vollero indossare la divisa sabauda né assoggettarsi alle leggi di Italia e preferirono la clandestinità, la fuga, il richiamo ancestrale dei monti.
Nelle lunghe sere all’aperto, non potevano certo attendere che una bistecca cuocesse al fuoco: le fiamme avrebbero segnalato ai miliziani la loro posizione. Non solo, il carniere aveva spazi piccoli, che dovevano essere sfruttati al massimo. E che cosa c’era di meglio di questi lembi di carne già muniti di spiedo, semplici da trasportare, facili da cucinare, squisiti da assaggiare?
Se non sei abruzzese, potresti confonderli con gli spiedini, quei tocchetti di carni varie separati e colorati da pezzi di peperone. Sbaglieresti: gli arrosticini sono monogusto, sono tutta carne.
Arrosti bone li vende in cinque tipologie diverse: l’agnello classico, il versatile castrato, l’esotico manzo argentino, il pollo dietetico, il maiale sfizioso. Con grande disappunto dei miei amici, manca la variante al fegato.
È bello assaggiare tutti i tipi, scoprendo e apprezzando le macroscopiche differenze, tra un brindisi e una risata. L’ambiente è goliardico, infatti, e i tavoli praticamente accostati invitano a far gruppo. Certo, è un ambiente per giovani e certe volte io stessa mi sento fuori tempo massimo, ma chi viene a L’Aquila deve provarlo, anche solo per farsi snob e criticarlo.
Arrosti bone è, infatti, un locale bipolare: buonissime le carni ma ridottissimi gli spazi, molto varie le tipologie di arrosticini, ma nient’altro da offrire se non carne e bruschette, comprese nel coperto.
Quando però sul tavolo ti arriva inaspettato questo pane caldo, ben arrostito, da condire con olio d’oliva o con una buona salsa al pomodoro o con peperoncino piccantissimo, ti accorgi che di pane e carne puoi saziarti e che quello che pensavi aperitivo, assaggio dopo assaggio, ordine dopo ordine, si è trasformato in cena.
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