Ascoli Piceno by night

WP_20150110_019Sabato sera abbiamo annusato Ascoli Piceno.

Da troppo non uscivamo dopo cena, l’ora ideale, secondo me, per scoprire una città: senza la tentazione dello shopping, senza le sirene di musei o pinacoteche, senza le lusinghe di bar e pizzerie quel che rimane sono le strade, le case, le chiese e tu.

Il centro storico di Ascoli, così curato, così compatto, si presta particolarmente alla passeggiata serale. Ha un’atmosfera allegra, da festa in famiglia.WP_20150110_012 La bellezza, lì, non si ritaglia isole nel degrado cittadino, ma si sussegue via dopo via, strada dopo strada: tutto ciò che è dentro le mura è costruito con armonia e attenzione al contesto. Costruzioni di epoche diverse dialogano fra loro in armonia e e le tante torri che svettano in cielo sono mani alzate a salutare la luna.WP_20150110_010

piazza Arengo
piazza Arringo

Se Ascoli fosse una casa, piazza Arringo sarebbe lo studio di rappresentanza, fatto di ampi spazi, costruzioni solide, sedi dei centri della cultura e del potere. Lì parte nei weekend un bus turistico che, in un’ora, accompagna alle principali attrazioni ascolane. Sono felice di non averlo preso.

Gli scorci che mi sono piaciuti di più, infatti, non compaiono in nessuna guida turistica: a piazza Roma, una chiesa aperta anche di notte per chi conosce il numero combinatorio della sua porta, sbirciata al di là dei vetri e subito amata per l’abbondanza di stucchi e ghirigori che sembrerebbe trasparire all’interno e, dalle parti di Corso Mazzini, la sede della Cassa di Risparmio, con belle volte affrescate e colonne sagomate a mo’ di elefanti.

Particolare del palazzo novecentesco della cassa di Risparmio
Particolare del palazzo novecentesco della cassa di Risparmio

A piazza del Popolo, porticata, lastricata, illuminata soffusamente, ti senti come nel salotto buono della zia, allestito per una festa in famiglia. Tutto è curato, bello, pulito: anche la gioventù del luogo sembra percepire la bellezza del posto e sa divertirsi senza quegli abusi che rendono terribile la movida nelle altre città. Di mille ragazzi che ci hanno camminato accanto nessuno era alticcio, nessuno sopra le righe, nessuno ululante o singhiozzante.WP_20150110_022

Piazza del Popolo ubriaca di bellezza: i portici offrono un leit motiv comune a costruzione diverse, tutte armoniose e belle. Abbiamo scattato un’enormità di foto e girato un video un po’ folle in cui roteavamo felici offrendoci una visione a 360° della piazza. Bisogna capirci: Ascoli ha molto in comune con L’Aquila perduta e con la nostra vita passata.WP_20150110_024

Poi abbiamo continuato a camminare a zonzo. Subito mi ha strappato un oh di meraviglia il chiostro della cattedrale che, abbattuti i muri divisori, è diventato a pieno titolo una piccola piazza cittadina, con il pozzo in mezzo e gli archetti a perimetrarla.WP_20150110_027

Il Cristo benedicente di Antonio Mancini
Il Cristo benedicente di Antonio Mancini

Verso la porta principale, poi, è apparso da qualche parte sulle colline un Cristo benedicente che brillava con le stelle della sera. Abbiamo chiesto in giro e, con qualche difficoltà, abbiamo ottenuto le necessarie indicazioni stradali, indispensabili nell’assenza totale di segnaletica.

Il grande Cristo di Antonio Mancini, che nelle intenzioni dovrebbe rivaleggiare con quello di Maratea e richiamare le atmosfere di Rio, non è evidentemente molto amato dalla popolazione: scomoda la strada per arrivare, tra stazioni della via crucis neglette e curve troppo strette, sporco il piazzale antistante, che offre però un affaccio unico su Ascoli, malferme le scale per raggiungerlo, e tuttavia, anche in questo declino, assolutamente grandioso.

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Nella pagina “I luoghi che ho visto” troverai tutti i luoghi che ho raccontato sul blog.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com