In quelle casette a due piani, disegnate dalla matita di qualche geometra con poca fantasia, non c’era nulla che mi colpisse nè in positivo nè in negativo.
Sfioravo appena le strade di Borgo San Pietro, piccola frazione di Petrella Salto, per raggiungere la “spiaggetta”, un prato fiorito lambito dalle acque e colonizzato dai natanti messi lì a spiaggiare come piccole balene senza fiato.
Domenica, però, qualcosa è cambiato.
Una pioggerellina leggera ci ha arrestato prima della discesa al lago.
Cercavamo un’alternativa al chiuso e ci è venuta voglia di visitare la pieve, intestata a Santa Filippa Mereri, mistica del Duecento e fondatrice del Monastero che porta ancora il suo nome. Abbiamo così scoperto che la devozione per questa straordinaria figura di donna ha ispirato un percorso a piedi attraverso i luoghi cardine della sua vita.
Borgo San Pietro è fra quelli, ma non è più visitabile per noi.
L’antico paese, con il suo Monastero, giace in fondo al lago, che nacque nel 1940 dallo sbarramento del fiume Salto e decretò, con la sua comparsa, la morte del piccolo borgo antico. Le reliquie della Santa furono subito traslate nella nuova chiesa, in una cappella interna strutturata e affrescata esattamente come l’originale ormai annegato.
E se il risultato non è poi così convincente (l’enclave del Duecento ha le stesse tinte e l’identica struttura dalle parte contemporanea), in quella stanza buia in cui giganteggia il feretro con i resti della santa si respira misticismo. Basta tornare nel corpo centrale della chiesa, ampio, luminoso, arricchito da un affresco che raffigura diversi santi sulle rive di un lago molto dissimile per sponda e colori da quello del Salto, per sentire rarefarsi l’afflato sprigionatosi poco prima fra gli affreschi della cappella di Santa Filippa Mereri.
Non amo l’architettura razionalistica, ma le vie e le case di Borgo San Pietro sono testimonianza della tenace volontà di un popolo di restar radicato nel proprio territorio.
E se il fiume si fa lago e inghiotte il paese? Poco male, ci si sposta solo un po’ più in là.
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Nella pagina “I luoghi che ho visto” troverai tutti i luoghi che ho raccontato sul blog.
Se ti affascinano i paesi inabissati, leggi anche “Il campanile sommerso di Curon Venosta” e “Il lago di Cingoli”