Il ponte romano e il borgo di Campana (AQ)

Fra tanti colli, tante strade in salita, tanti paesetti più o meno ignoti, frazioni tutte di Fagnano Alto, solo un bivio porta in discesa.
Due chilometri più in là sorge Campana.
L’ingresso al borgo ricorda gli incantesimi delle fiabe: un quadrivio senza segnaletica, un passaggio a livello, che ci blocca per un’eternità prima che un treno a un solo vagone ci tagli sbuffando la strada, infine il ponte romano, meta del nostro viaggio.
La scorsa settimana il web è stato invaso dalle fotografie degli amici di Borghi d’Abruzzo, che avevano visitato Campana ed erano rimasti irretiti dalla maschia bellezza di quest’opera di ingegneria idraulica di Duemila anni fa.

Il ponte romano di Campana

Se le foto ci hanno attratto, se le preziose chicche dell’ottima guida, Alessia De Iure, rimbalzate di bocca in bocca, hanno incuriosito anche noi, la realtà ci ha ipnotizzato.
Il ponte romano di Campana è stato il primo di quarantatrè passaggi voluti dall’imperatore Claudio per attraversare in più punti il fiume Aterno, allora di massimo interesse strategico.
Quasi a conferma, a pochi metri da lì, c’è un altro ponte, di altra epoca e di esclusiva competenza ferroviaria.
Nonostante questo apparente movimento, il luogo trasmette una pace stregata. Basta tacere un attimo per ascoltare le voci tutte della natura; l’Aterno che scorre solenne, gli uccellini che ne accompagnano il cammino, cani e gatti dalle abitazioni vicine che popolano ponte e argini.
Stiffe è a portata di sguardo: un sentiero magnifico, che costeggia il fiume, permetterebbe di raggiungerla in mezz’ora di pianeggiante cammino. Ci inoltriamo quel tanto che basta per fotografare il ponte nella sua interezza.

Poco ci importa che secoli di rimaneggiamenti ne abbiano modificato l’aspetto originario, con l’allargamento della strada per consentire il transito alle macchine, con la demolizione del tetto per permettere il passaggio della falciatrice.
L’ingresso a Campana è ancora adesso un luogo da cartolina.
Il borgo, invece, è ancora funestato dagli strazi del terremoto e incombe minaccioso fra puntellamenti e sbarramenti. Tracce di un passato più prospero sono in ogni angolo, però.

La piazza di Campana

La piazza del paese, decentrata rispetto al corpo di case mura che isolano un minuscolo centro storico, è dominata da una fontana a quattro cannelle, che versano acqua in tutti i punti cardinali, ed è perimetrata dalla chiesa di San Giovanni.
L’ingresso non dà sulla piazza, ma su un antico vicolo di scale: dalla nicchia, la statua del protettore di Campana fuoriesce trionfante come per correre in difesa di questo borgo bello e poco noto.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com