Le Catacombe di Santa Savinilla a Nepi (VT)

WP_20160105_051Catacombe di santa Savinilla a Nepi?
Riscoperte e restaurate da poco?
Venirne a conoscenza e correre a visitarle è stato un unico flusso di pensiero e azione.
Così, mi sono trovata davanti alla porta chiusa della brutta chiesa settecentesca di San Tolomeo fuori le mura di Nepi ed ho telefonato emozionata al museo civico per chiedere una visita guidata.

La chiesa di San Tolomeo fuori le mura di Nepi
La chiesa di San Tolomeo fuori le mura di Nepi


Il prezzo è di 4 euro. Avrei pagato dieci volte tanto.

Nell’attesa, ho fatto una passeggiata all’interno del cimitero moderno, attiguo alle catacombe, anzi, a quanto pare sovrastante un cunicolo interrato. L’idea che i defunti di ieri e di oggi condividano lo stesso suolo sacro mi ha commosso.
C’è una zona monumentale fatta di cappelle lavorate in tufo o in marmo, con colonne, marmi, cupolette, bellissime vetrate. Mi ha colpito un monumento ispirato alle tombe medicee, con un pregevole repertorio statuario di angeli affranti e di uomini dolenti.
La ricchezza della città dei morti mi ha invogliato a visitare quella dei vivi.


Prima, però, ho perlustrato le catacombe di Santa Savinilla, risalenti al IV-V secolo.
L’impatto è stato emozionante: immaginavo di dover scendere in una cripta e invece le catacombe cominciano dalla quarta parete della chiesa. WP_20160105_038
Sotto il pavimento, grandi grate ci mostrano le prime tombe e i cunicoli in cui si dipartiva il cimitero antico.
Subito dietro l’altare, fra le statue austere di San Tolomeo e di San Romano, due ampi varchi portano al regno dei morti e pare di entrare in un formicaio scavato nel tufo, le cui ripidissime pareti siano costituite da tombe.WP_20160105_050
I morti antichi dormivano uno sull’altro, a partir dall’alto, avvolti nei sudari. Alcune cellette più grandi farebbero ipotizzare l’esistenza di qualche rara tomba familiare. WP_20160105_042
Per il resto, si muore come si nasce, soli.
I corpi senza vita occupavano in ordine cronologico le cellette, murate poi con tegole e calce ed epigrafate con un dolce e dolente “Dormi bene” seguito dal nome del defunto. Quando servivano nuovi spazi, bastava scavare la terra per creare un nuovo strato di cubicoli.
WP_20160105_049L’interno è umido, umidissimo. Non si scivola solo perché col restauro si è coperto il pavimento di lapilli, che assorbono l’acqua e garantiscono la stabilità del piede, ma nulla possono contro l’instabilità dell’animo, che dalla visita alle catacombe di santa Savinilla a Nepi riemerge commosso e turbato.WP_20160105_047

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com