Il ristorante Cime di rape a Roma

WP_20150314_016A Cime di rape siamo entrati affamati e siamo usciti affamatissimi.

La colpa, probabilmente, è stata nostra che non abbiamo organizzato nulla per la cena del sabato sera a Roma. “Tra tanti ristoranti”, pensavamo, “non avremo sicuramente problemi di prenotazione”.

Abbiamo iniziato telefonando ai locali più osannati da Tripadvisor, poi le pretese sono scese tanto che ci saremmo accontentati anche di una pizzeria al taglio, ma ovunque intorno a noi c’erano locali gremiti in maniera inimmaginabile o saracinesche abbassate.WP_20150314_011

Per questo, quando un cordiale cameriere ci ha offerto un tavolo a Cime di rape, su Corso di Francia, non abbiamo esitato un solo istante, nemmeno quell’attimo che sarebbe stato necessario per realizzare come una costruzione tipica a un solo piano in un quartiere di alti condomini dovesse avere un tariffario totalmente lontano dal nostro budget.

WP_20150314_012Anzi, il locale piccolo e caotico e le sedie scomode ci hanno fatto illudere per un attimo che si trattasse di una trattoria alla buona. Poi abbiamo visto il fogliaccio plastificato che fungeva da menu e siamo sbiancati.

Rapida decisione: prendiamo solo un primo e fuggiamo.

Così, rinunciando a bibite, antipasti e dolcini, abbiamo iniziato e finito la nostra cena a una sola portata, optando la mia amica ed io per le orecchiette alle cime di rapa e mio marito per gli spaghetti alla crema di rape e pomodorini.

Orecchiette alle cime di rapa
Orecchiette alle cime di rapa

In attesa abbiamo sbocconcellato del pane. Se avessimo saputo che quel cestino con una decina di fette normalissime ci sarebbe costato più di 10 euro (3,50 a testa) lo avremmo assaporato con religiosità, ma così, divorato per fame, non ci è sembrato per nulla diverso dal prodotto di qualunque forno.

Spaghetti con crema di rape e pomodorini
Spaghetti con crema di rape e pomodorini

Quando sono arrivati i primi, la delusione ci ha zittito un attimo: porzioni microscopiche per il nostro appetito da leoni. Ma come, le tavolate pugliesi sono rinomate per la quantità e qualità di cibi e a noi viene proposto un piattino semivuoto con non più di 40 grammi di pasta, buona quanto volete ma spersa nel bianco della ceramica?

Il conto salato
Il conto salato

Alleggeriti nel portafoglio e non appesantiti nello stomaco, abbiamo sborsato di malavoglia i 50 euro pretesi per quei 120 grammi di pasta complessivi e siamo tornati tristemente sui nostri passi.

AMBIENTE: 7/10

CORTESIA: 7/10

QUALITA’ DEL CIBO: 8/10

GENEROSITA’ NELLE PORZIONI: 3/10

RAPPORTO QUALITA’- PREZZO: 4/ 10

Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com