E domenica Crecchio crecchiava per davvero, nel sole sfolgorante di una tardiva estate di San Martino, tra i mille vigneti e oliveti dall’attiva comunità rurale che ne è l’anima.
Ad accoglierci, la sagoma inconfondibile del castello ducale, che si erge, fresco di restauri, all’ingresso del paese.
Da lì si dirama il corso centrale, come un flessuoso stelo che culmina, alla parte opposta del paese, in una deliziosa piazzuola, ingentilita dalla facciata romanica di Santa Maria da Piedi (ieri chiesa, oggi auditorium) e dall’architettura insolita del bellissimo palazzo Monaco.
Al posto delle foglie, si diramano a destra e a sinistra molti ameni vicoletti, che sfociano in due viali perimetrali.
Il pietrame giallo originario del luogo dà vita ad una affascinante monocromia: Crecchio pare ricostruita con un occhio all’estetica.
Ricostruita, sì, perché questo borgo pagò col sangue l’ospitalità a malincuore concessa dalla famiglia del Duca de’ Riseis a Umberto II che fuggiva da Roma con Vittorio Emanuele III e con Badoglio.
I tedeschi, tempestivamente avvertiti probabilmente dalla Fraulein delle bimbe, arrivarono a Crecchio per demolire il castello che ospitò i fuggiaschi.
Fra le rovine, si annidarono i cecchini.
Spoliazioni e bombardamenti ultimarono la disfatta.
Oggi, però, Crecchio non serba traccia di quei giorni tristi: il palazzo ducale è stato non solo ricostruito, ma allestito con pregevoli reperti archeologici e fotografici, che si rimpinguano di anno in anno grazie all’instancabile lavoro dell’Archeoclub di Crecchio.
Fra le chicche, una collezione di istantanee sulle importanti frequentazioni dei de’ Riseis, uno dei primi elmi ostrogoti rinvenuti in Italia, una consistente sezione etrusca e, se qualcuno finanzierà ulteriormente gli scavi alle villae dei dintorni, fra breve anche una ricchissima collezione di reperti frentani.
Se venite in paese, chiedete di Giuseppe Valentini, guida appassionata e competente che, tra aneddoti divertenti, dotte spiegazioni e testimonianze di scavo, vi racconterà Crecchio come nessuna immagine può fare.
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