Un secolo di censura ed uno di pruriginoso disinteresse avrebbero potuto decretare la damnatio memoriae di John Cleland e del suo personaggio.
Così non è stato.
Anzi, il tempo, che in letteratura infonde ai libri un’aura di legittimità, permette che ci si possa dilettare seguendo Fanny Hill tra salotti e boudoir, sentendosi contemporaneamente fini intellettuali e non spregevoli Voyeur.
C’è da dire che il romanzo erotico del passato non cede mai alla brutalità gratuita o alle volgarità spicciole dei giorni nostri.
Per indicare il vigore dell’amplesso si utilizzano affascinanti metafore e, fuori dalla stanza da letto, anche le prostitute hanno diritto alla galanteria e all’ammirazione degli uomini.
Questa impostazione maschilista e superficiale si fa odiosa nelle scene di stupro, che, lungi dal segnare per sempre le sventurate che ne sono vittime, diventa, nel romanzo, un modo come un altro di iniziazione al piacere.
La precarietà dei tempi traluce sullo sfondo, nel racconto di viaggi improvvisi e perigliosi, naufragi che cambiano destini, famiglie rovinate, megere e tenutarie, ma anche sodalizi sinceri e amori appassionati.
La tradizionale struttura epistolare e l’altrettanto convenzionale laudatio virtutis finale sono talmente evanescenti che non si può neppure definirli stucchevoli.
Fanny Hill è una Moll Flanders che non prende mai in mano il suo destino, ma che, forte per ardore, bellezza e giovinezza, esercita il suo fascino sottile anche su noi, lettori del Duemila.
Se hai gradito quel che hai letto, regalami un sorriso cliccando “mi piace” sulla mia pagina Facebook
Nella pagina Libri e Autori, troverai l’elenco dei libri che ho recensito e degli autori che ho incontrato
Su Il paradiso del lettore, la videorecensione a questo e a molti altri libri.
Se vuoi conoscere i 1001 libri da leggere prima di morire, clicca qui