Forse perché era sabato, fra gli avventori del locale figuravano anche coppiette e famigliole. Per il resto, La fattoria della nonna assomigliava incredibilmente all’identikit tracciatone da Gianfranco: un salone enorme, arredato con tavoli a due posti e ventole sul soffitto. Il cameriere, dalle labbra all’ingiù, snocciolava il menu quasi sbadatamente, senza nessun accenno ai prezzi. A domanda esplicita, mi ha risposto “Signò, da camionisti!”.
Se a me è andata bene, a lui è andata di lusso.
Ogni forchettata della pasta allo scoglio (lo so bene perchè le porzioni erano talmente abbondanti che sono stati tollerati “furti” reciproci), anche quella più povera di pesce, era perfettamente insaporita e davvero buona.
Al confronto, i miei conchiglioni sono sembrati più ordinari, anche se l’abbondanza di olive a potenziare il tonno li ha resi fra i migliori mai assaggiati.
Il mio antipasto freddo, ben aromatizzato, vario e saporito, offriva un bel colpo d’occhio anche cromatico. Il gusto era parimenti sollecitato.
Se però devo isolare un solo piatto, scelgo di cuore la grigliata: sogliola e spiedini gratinati alla perfezione, un gamberone squisito, altri trancetti per tutti i gusti.
I prezzi sono davvero concorrenziali: 6 euro gli antipasti, 5 i primi, 7 i secondi.
Solo 30 euro complessivi, dunque, per questa prima incursione a La fattoria della nonna di Roseto: ne seguiranno molte altre.
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