Il ristorante Ferro e fuoco di L’Aquila

WP_20150206_017Quel che sta davvero a ferro e fuoco, dopo una serata al ristorante Ferro e fuoco, è, mi si perdoni i gioco di parole, semplicemente lo stomaco.

Eppure, quando, saldato il conto salato (ed è l’ultimo virtuosismo che vi propino, promesso!), siamo usciti dalla sala, ci siamo semmai stupiti della povertà della cena, che, a distanza di qualche ora, ancora non accenna a essere digerita.

Il conto
Il conto

Il conto, dicevamo: 4 bistecche, 1 pizza, 4 antipasti, 4 contorni, 5 dolci, 1 lattina di cocacola, una zerodue di birra, una bottiglia di vino a 100 euro tondi tondi.

Created with Nokia Smart CamAbbiamo optato quasi tutti per il menu “carne alla brace”, attivo ogni venerdì a 18 euro, per una sorta di pigrizia mentale: speravamo che includesse più assaggi di carni diverse e invece si limitava ad una bistecca (di angus, nel nostro caso) con un piattino di antipasto e uno di contorno, bevande e coperto esclusi.

Avevo assaggiato l’angus una sola altra volta nella mia vita: eravamo ospiti di un amico teramano e questa carne tenerissima, sfilettataci con perizia dal cameriere, ci aveva soggiogato. Non posso dire che la porzione rifilataci da Ferro e fuoco sia stata brutta, assolutamente no, ma non era all’altezza del ricordo. Eccellente il punto di cottura, squisita la patina conferita alla carne dalla brace, ma, fatta la tara dall’abilità del cuoco, la materia prima era assolutamente nella norma.

La bistecca di angus
La bistecca di angus

La successiva notte insonne mi spinge a rimpiangere il pollame nostrano: viva il cibo a chilometro zero, anche se non vanta nomi esotici e non è venduto a prezzi stratosferici!

Dell’antipasto ho assaggiato solo quella che ci è stata presentata come zampanella e che è risultata essere una fettina di pane indorato e fritto con una rotellina di guanciale come condimento. Nella dadolata di verdure, pare molto buona, c’era il peperone, che non mi piace; del formaggio, anch’esso approvato dagli altri commensali, tento di fare a meno da un mese.

L'antipasto: zampanella, dadolata di verdure, formaggio
L’antipasto: zampanella, dadolata di verdure, formaggio

Il contorno, invece, a differenza della carne, non appagava la vista, ma soddisfaceva il gusto: le patate croccanti al punto giusto, le cime di rapa graziosamente amarognole.

Al dolce, come sempre, non ho saputo rinunciare: il tiramisù del Ferro e fuoco è spumoso, saporito e privo di quel retrogusto di caffè che personalmente non amo.

La serata è trascorsa piacevolmente: il locale è ampio e ben insonorizzato, le sedie sono comode, gli spazi confortevoli, gli accessori moderni e minimali. Chi guida meglio di me (praticamente tutti) non dovrà nemmeno lamentare la scomodità del parcheggio in una strada in ripidissima pendenza.

Insomma, i motivi che spingono a tornare per assaggiare la pizza di Ferro e fuoco sono validi e numerosi, sicuramente più di quelli che potrebbero spingere a raccomandare questo menu “carne alla brace” che i succhi gastrici non riescono ancora a corrodere.

AMBIENTE: 8/10

CORTESIA: 8/10

QUALITA’ DEL CIBO: 7/10

GENEROSITA’ NELLE PORZIONI: 7/10

RAPPORTO QUALITA’- PREZZO: 6/ 10

Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com