Gelo per i Bastardi di Pizzofalcone (M. De Giovanni)

gelo

Gelo per i Bastardi di Pizzofalcone.

Gelo per i loro lettori.

Il freddo dell’odio che si mischia al calore dell’ammirazione; il sollievo del mistero svelato e la sottile angoscia che sempre prende nell’accomiatarsi da un libro potente.

Esiste qualcosa più terribile di una violenza perpetrata fra le mura di una casa?

Esiste.

Qualcosa di più orribile di un padre che abusa di sua figlia?

Esiste.

E Maurizio De Giovanni sa metterlo in mostra costruendo scenari più paurosi di quelli di Stephen King, senza scrivere scene pulp. Perché i suoi mostri allignano dentro la nostra coscienza, non sono altro da noi.

I Bastardi non sono belli né ricchi né eroici. E non sono neppure antieroi, violenti, corrotti, cattivi.

Sono uomini soli, come tutti. Sono cittadini che si barcamenano tra dedizione e resa, tra rinuncia e volontà.

La loro storia personale cresce libro dopo libro e ciascuno di loro compie ogni volta millesimali passi verso l’affrancamento. Per tre di loro il gelo climatico si scioglierà nell’ipotesi dell’amore; per altri tre nel calore dell’affetto. Chiuse le due storie su cui si incentra il romanzo, rimane aperto il destino del commissariato più affascinante della letteratura italiana.

Nel 2015, la Rai creerà una fiction sui Bastardi di Pizzofalcone. Ne sono felice perché i pochi che ancora non conoscono Maurizio De Giovanni impareranno ad amarlo e perché l’autore stesso sarà stimolato a scrivere di più su questa che molti considerano la sua “serie minore”, rispetto ai libri incentrati su quel solitario gigante che è il commissario Ricciardi.

Se dovessi proprio scegliere, invece, io cederei al fascino più ordinario del commissario Lojacono e dei Bastardi, perché sono intrisi di quotidianità.

Il loro mondo di frustrazioni, abiezioni, solitudini e incomprensioni ci è dolorosamente noto.

I colpevoli che identificano non sono meno puri delle loro vittime; la cerchia di amicizie che si stringe intorno a loro scalda e soffoca insieme.

De Giovanni apre Gelo con un affresco sulla società odierna, fatta di uomini che si arrabattano per sopravvivere alla crisi. Avvocati che vivono di parcelle da fame per aver la meglio sulla concorrenza, imprenditori che, dimentichi del guadagno, sperano solo di ridurre le perdite, magistrati frustrati: vittime tutti, tutti carnefici.

Dopo aver rabbrividito nell’atmosfera gelida di un insolito inverno polare a Napoli, godiamo dello spiraglio di sole che illumina la conclusione ricordandoci che, nonostante tutto, la vita è più forte del dolore.

Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com