Siccome, però, i pregiudizi sono fatti per essere sfatati, non ho esitato ad accettare la proposta di un’amica, che di Gusto ama i sapori genuini e gli abbinamenti creativi. La fortuna ha arriso a noi audaci e siamo riuscite a parcheggiare a due passi dal locale.
Gusto non ha menu chilometrici né tempi da fast food: ogni giorno, secondo l’estro dello chef e la disponibilità della credenza, si propongono pochi, squisiti manicaretti.
Nel coperto è compresa un’ampia selezione di focacce e pani, buoni tutti, a partire da quello, inarrivabile, alle noci.
Gli involtini di verza e patate sono come li promette ogni ricettario, ma come a me non sono mai riusciti: l’anima calda del purè si fonde nell’avvolgente abbraccio della verza ben cotta in un fortunatissimo connubio.
La parmigiana è un trionfo di zucchine e mozzarella, nobilitato dal profumo del basilico e dallo squisito pomodoro in salsa.
Minore entusiasmo hanno suscitato in me i prataioli gratinati ripieni, forse un po’ salati per i miei gusti. Nel mio piatto ne giganteggiavano ben sette, a dimostrazione del fatto che non sempre i ristoranti alla moda ti affamano, come continua a suggestionarmi un altro dei miei preconcetti.
Soprattutto, però, con Gusto ho scoperto un centrifugato divino di cui da oggi in poi non potrò più fare a meno. Avreste mai pensato di unire mela, sedano e zenzero?
I gentilissimi camerieri, di fronte alle mie perplessità, mi hanno offerto un sorso di questo nettare. Dopo averlo assaggiato, ne ho voluto un bicchierone intero.
I prezzi? Temevo peggio.
Per un antipasto, un primo e mezzo, un contorno, un centrifugato, acqua e coca cola abbiamo speso 35 euro.
Non sono esattamente prezzi da osteria, è vero, ma neanche il cibo, a conti fatti, lo è.
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