Incontro con Thierry Vissol

WP_20150206_009Thierry Vissol: eurocrate, economista, storico, divulgatore.

L’avere ignorato fino ad ieri l’esistenza di un personaggio così significativo mi insegna l’umiltà e mi dimostra che ho ancora molto da imparare.

Se, però, a proporre un evento è il GSSI ( Gran Sasso Science Institute), garanzia di qualità e volano della cultura abruzzese, diventa per me prioritario partecipare.

L’incontro con Thierry Vissol del 6 febbraio 2015, in particolare, è stato davvero molto sopra le aspettative.

Mi sono sentita avvolta e soggiogata dall’intelligenza di un uomo che, con poche parole semplici e ficcanti, ha saputo sciogliere nodi interpretativi aggrumati da tempo e rivoluzionare certe posizioni politiche che credevo ormai consolidate.

WP_20150206_003Thierry Vissol ha un viso senza tempo: solo le tappe della sua biografia e in particolare il ruolo di spicco che ebbe a Maastricht nella progettazione di una moneta comune europea suggeriscono che dal suo primo vagito passarono molte primavere. Quando la severità dello sguardo si stempera nella gioia di un sorriso che accende anche gli occhi, però, si scopre che in quest’uomo sono ancora intatti gli entusiasmi e le curiosità di un giovane che si è appena aperto al mondo.

Affascinante il look di sobria eleganza, con una cravatta rossa in pendant con la fettuccia della Legion d’onore, che, discreta ma ipnotizzante, compare sul risvolto della sua giacca.

Un forte accento francese rende folkloristico il suo eloquio in italiano, per il resto ben fluido: Vissol del resto parla correntemente tre lingue e ne legge sei.

Il libello su cui si incista il dibattito si intitola Tutta colpa dell’Europa e dà voce anche alla satira euroscettica nella certezza che la critica, lungi dal produrre sterili polemiche, apra problematiche e porti a soluzioni.

Mentre Anna Maria Giordano, brillante giornalista di Radio3, lo presenta, Thierry Vissol si alza e scrive in bella grafia sulla lavagna E = mc2

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Non tarda a disambiguare la formula: per lui l’euroscetticismo nasce dalla mancanza di memoria, moltiplicata per la complessità e per la confusione. È una miscela letale, cedendo alla quale ci si ritroverà “di nuovo a mangiare per terra”, come afferma icasticamente lui stesso.

L’embrione dell’Europa unita nasce per Vissol fra le trincee alpine: i soldati dell’uno e dell’altro schieramento, che vissero acquattati fra topi e deiezioni in balia degli eventi climatici più estremi, identificarono il nemico nell’ufficiale prepotente più che nei poveracci “con la divisa di un altro colore” ma con gli stessi problemi e la medesima delusione nel cuore. Nel sentimento di fratellanza universale che scaturì dalla condivisione del dolore, il sogno di un’Europa senza frontiere né limiti pervase la popolazione.

L’Europa, però, ammonisce Vissol, è oggi uno strumento incompiuto, limitato per risorse (pari all’un per cento del PIL dei singoli Paesi) e per autorità, che rispetta autonomie nazionali non sempre all’altezza dei gravosi compiti di gestione.

É il caso, ad esempio, del porto di Gioia Tauro, che avrebbe dovuto intercettare il traffico mondiale in rotta sul Mediterraneo e che si sta rivelando totalmente fallimentare perché allo sforzo monetario europeo non ha fatto seguito l’impegno nazionale. L’infrastruttura c’è, ed è pregevole, ma lungaggini burocratiche che scoraggiano gli scali delle navi, assenteismi programmatici dei dipendenti e viabilità ai limiti della decenza (l’autostrada che da Salerno a Reggio Calabria segue una linea ondulatoria e binario unico alla stazione) attentano ogni giorno alla sussistenza stessa del porto.

WP_20150206_010È il caso altresì della gestione dell’emergenza in Grecia: se una legge del 1974 ha esonerato gli armatori dal pagamento delle tasse, è giusto rimettere il debito alla nazione? È giusto cioè che gli Onassis della situazione non contribuiscano in nulla alla salute del proprio popolo e quelle spese a loro risparmiate debbano essere sobbarcate dalla collettività europea? Fatti i conti, dice Vissol, rimettere il debito alla Grecia significa gravare ciascun italiano, compresi i neonati, di un ammanco di 600 euro.

È il caso di diverse altre situazioni borderline, che Vissol ha espresso con competenza.

Lo scarto fra la gravità della situazione in corso, dovuta a motivi geopoliticamente complessi, e il tono ameno in cui si è svolta la conversazione sembrano incarnare l’ambizione gramsciana: il pessimismo della ragione, ma l’ottimismo della volontà rendono Thierry Vissol un comunicatore lucido e attento e un oratore formidabile.WP_20150206_005

Sostenere un confronto con una personalità così impattante è difficile: lode ad Anna Maria Giordano per esserci riuscita egregiamente. Ho ammirato molto la sua prolusione chiarificatrice, il suo modo garbato di moderare l’incontro, l’energia trasmessa dai suoi frequenti sorrisi, l’empatia che procurano i suoi sguardi. E, per quel che vale, mi piace anche il suo look acqua e sapone.

La sinergia tra il GSSI e Radio3, che già ci regalò a giugno un incontro con Marino Sinibaldi, continua con l’iniziativa “Porte aperte”. Il programma è qui.

Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com

2 Risposte a “Incontro con Thierry Vissol”

  1. Ho visto solo oggi il suo articolo, da cui la ringrazzio molto… il rosso sulle guance!
    cari saluti, Thierry

    1. Grazie a Lei del graditissimo feedback. Sto leggendo il Suo libro: lo recensirò qui a breve. Buon lavoro!

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