Istanbul

WP_20150617_041Istanbul ha per noi i lineamenti marcati di Ibrahim.

Dall’Italia abbiamo prenotato un tour della città con Ancora Tour, geniale società che organizza accurate escursioni nei porti toccati dalle nave da crociere a prezzi più che dimezzati e servizi potenziati.

Ibrahim, dunque, aspettava noi e altri quattordici compagni di avventura all’uscita del piccolo porto adibito proprio a scalo di crociere. Il suo compito era illustrarci storia e arte dei luoghi più famosi di Istanbul: l’Ippodromo, la Moschea Blu, Santa Sofia, il palazzo Toptaki, la Basilica Cisterna (che insistono nello stesso quartiere a un centinaio di metri l’uno dall’altro) e, dopo aver ripreso il bus, il Gran Bazar.

È stato lui a spiegarci i complessi canti dei muezzin che invitano i fedeli alla preghiera; è esotico e WP_20150617_094commovente insieme sentir echeggiare nell’aria, amplificato da molti altoparlanti, il canto non sempre intonato degli officianti che, in una litania che a orecchio profano pare urlo di dolore, si estende da moschea a moschea, da minareto a minareto.

WP_20150617_010È stato lui a toglier di impaccio la cleptomane del gruppo, che aveva agguantato un libro su Istanbul senza passar per la cassa: dopo meno di dieci minuti è stata arpionata da due energumeni della polizia che facevano paura solo a guardarli (e infatti ne ho fotografato uno di spalle non osando guardarlo negli occhi) e solo l’abile mediazione della nostra guida e una bella somma di denaro le hanno evitato la prigione, sì, ma non l’umiliazione.

Per la strada, Ibrahim ci ha spiegato Istanbul.

Non ne ero a digiuno perché amo Orhan Pamuk, il nostalgico scrittore turco premio Nobel della Letteratura 2006, e ho respirato spesso fra le sue pagine l’atmosfera malinconica di una città che ha cambiato nome e pelle tre volte (Costantinopoli, Bisanzio, Istanbul).

Per di più mi ero preparata all’avventura leggendo sul ponte 13 il bel libro Istanbul è un ponte tra i mondi di Michele Monina, che illustra non solo dove andare, ma anche come vivere questa metropoli.

Sapevo molto, dunque, eppure Istanbul mi ha stupito.

Istanbul vista dal mare
Istanbul vista dal mare

Monumenti e opere d’arte si susseguono un po’ negletti, senza soluzione di continuità; ovunque

La stazione d'arrivo dell'Orient Express
La stazione d’arrivo dell’Orient Express

proliferano cupolette, archi, mosaici, ceramiche, stucchi. L’architettura insolita non si piega a canoni e sorprende anche in vicoli ignorati da ogni guida turistica: la stazione di arrivo dell’Orient Express, di fronte ad uno dei ponti sul Bosforo, ad esempio, sta lì trascurata, in parte impalcata, eppure suggestiva come se da un momento all’altro dovesse fischiare il treno più famoso della storia.

La sede municipale di Istanbul
La sede municipale di Istanbul

La sede municipale, poi, esibisce una tettoia così arzigogolata che mi sarebbe piaciuto fermare il bus per ammirarla a mio agio.

Il traffico impazza, a Istanbul: su e giù per i sette colli (tanti ne volle Costantino per la Nova Roma) circolano a doppio senso di marcia veicoli che a stento entrerebbero in un senso unico, tra macchine parcheggiate in maniera pirata, cani randagi e pedoni irresponsabili.

Ho visto con i miei occhi un tassista fermarsi proprio all’imbocco con un’altra strada, ostruendola

Istanbul moderna
Istanbul moderna

completamente, scendere dal taxi, offrire il braccio a una vecchina con evidenti difficoltà di deambulazione e scortarla al marciapiede tra le clacsonate generali mentre il nostro autista, è proprio il caso di dirlo, bestemmiava “come” un turco.

Gli edifici malmessi (e non sono pochi) sono stati spennellati con colori sgargianti: è l’effetto della crescita economica, di pari passo con un boom demografico senza precedenti.

Randagi a gogò
Randagi a gogò

Pare che quasi il 70% della popolazione abbia meno di trenta anni.

Sono giovani che ricordano appena l’ondata di rapida occidentalizzazione che nei decenni scorsi ha trasformato una metropoli tipicamente mediorientale in un capolavoro di tolleranza e armonia, in cui convivono burqua e bikini, moschea e basilica, occidente e oriente, laddove Europa e Asia si dividono pacificamente questa bellissima città.

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Nella pagina “I luoghi che ho visto” troverai tutti i luoghi che ho raccontato sul blog.

Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com