Già due volte ho bussato e sono stata gentilmente messa alla porta: troppo tardi un giorno, troppa gente un altro.
Spessissimo, invece, ci sono passata in orario di chiusura, ripromettendomi ogni volta di tornare, invogliata soprattutto dalle descrizioni estasiate di un’amica che ama particolarmente la cucina tipica di L’Antica Taverna.
Oggi non c’è quasi nessuno.
Non mi lascio scappare l’occasione: sono sola, il tempo mi sarebbe tiranno, ma la fame mi spinge all’insurrezione.
Mi lascio attrarre da una minidegustazione che promette quattro portate calde e una selezione di salumi e formaggi. Mi fermerei qui, ma il tono del proprietario è quasi inquisitorio nel chiedere :” e poi?”.
Opto per una chitarra di solina con zafferano e guanciale e aspetto fiduciosa.
La degustazione è, in realtà, un antipasto, neppure troppo generoso.
Mi lascio tentare subito dalla pirottina con lenticchie e castagne e sono sfortunata: al primo boccone mordo uno spicchio d’aglio, mimetizzato fra la frutta secca.
Un vampiro reagirebbe meglio di me!
Bevo un’intera lattina di Cocacola per sfumarne il sapore, per me insopportabile, ma l’intera degustazione è pesantemente condizionata dall’esperienza.
Trovo insolito e non del tutto piacevole l’abbinamento fra ceci rossi e scorze d’arancia, classico quello, tradizionalissimo, fra ceci bianchi e zafferano, protagonista anche dell’ultima pirottina: il farrotto.
I pecorini, Pregiato e Serafino, hanno entrambi il sapore deciso e la stagionatura di questa zona d’Abruzzo.
Apprezzo moltissimo la salamella di cinghiale, rimandando indietro intonso, invece, quello di fegato, che non mi è mai piaciuto.
Gentilmente, il proprietario mi chiede se voglio qualcosa in cambio, ma declino, felice solo della proposta.
Eccomi al primo: la chitarra di solina con zafferano e guanciale, punto di forza di L’Antica Taverna
Per i miei gusti, la pasta è un tantino troppo cotta.
I primi bocconi mi paiono un po’ blandi, ma basta una ricca spolverata di pecorino per migliorare nettamente il tutto.
Non lascerei prigionieri, se la sveglia, inesorabile, non mi avvertisse che sono le due.
Fuggo come Cenerentola.
Al posto della scarpetta, lascio i 25 euro del conto, nettamente sovradimensionato.
Nessun principe mi inseguirà per restituirmeli.
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