Victoire, la fanciulla amata da Louis, non acquista mai spessore, nella pur frequente contemplazione dell’innamorato: è un fantasma di amore, l’incarnazione di un sogno senza tempo e senza storia.
Quando la bimba vezzeggiata diventa adolescente e pretende una propria identità, dovrà necessariamente sporcare la patina di perfezione che, deificandola, la condanna all’immobilità.
La pimpinella è dunque un racconto di uomini che amano troppo.
Il padre di Louis, morendo, ha legato la moglie ad un ricordo: come può il fanciullo cercare una storia reale, di lacrime e passioni, se a casa vive, nello sguardo della madre, la riprova dell’incorporeità dell’amore?
E dove è fuggita la donna del presunto antagonista, stanca della pacata felicità di una vita agiata?
Ma a Grègoire Delacourt, si sa, le donne interessano poco.
Sono angeli, sono sgualdrine, poco conta: loro esistono solo nelle emozioni che procurano ai loro uomini.
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