Ascendervi vuol dire viaggiare fra i segreti del bosco.
Per quanto possa infuriare il clima, per quanto torrida possa essere la giornata, lì, sotto i faggi, un venticello fresco stiepidirà ogni bollore.
Fra gli alberi sono mimetizzati i banconi in legno , dapprima fitti, per comitive numerose e per persone socievoli, poi sempre più radi, a tutelare la privacy o l’intimità dei dialoghi.
Nei mesi estivi non ci sono orari: a qualunque ora del giorno, dalle dieci di mattina al tramonto, ci sarà sempre qualcuno, a La tana del lupo, disposto a rimestar la brace e cucinare buoni arrosticini sfrigolanti, salsicce alla brace e bruschette in quantità.
Tra gli affettati, c’è sempre il pecorino di Farindola, eccellenza regionale. A me non piace troppo, per quell’odore un po’ selvatico che lo caratterizza, ma conosco persone che affrontano spesso il viaggio per acquistarlo.
Basta raggiungere il vicino versante aquilano per notare greggi infiniti pascolare in semilibertà nella steppa lunare di Fonte Vetica: quelle carni non possono che essere sapide, non possono che essere salubri.
La tana del lupo vende, dunque, prodotti genuini in una location insolita, che dalla natura carpisce il senso di libertà, non la relativa scomodità.
Li vende a caro prezzo.
Con 37 euro abbiamo avuto, da dividere in due, un piatto di pane ed olio, 25 arrosticini, 2 salsicce, una decina di fette di prosciutto piuttosto ordinario e 3 di pecorino di Farindola, una birra, una bottiglia di cocacola ed una d’acqua.
All’altro lato della strada, in una radura magnifica, c’è un punto picnic con tanto di brace a disposizione degli ospiti per godere dello stesso panorama e dell’identica frescura portando da casa quanto viene venduto a prezzi ben poco popolari a La tana del lupo.
Ogni volta ci ripromettiamo di organizzare un picnic per la successiva, ogni volta ci ritroviamo affamati sotto l’insegna intarsiata di La tana del lupo.
Come canta Ligabue, ci sono dei vizi che tu non vuoi smettere, smettere mai.
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