Attorno a loro c’è una eterna primavera.
Anche a gennaio gli alberi restano verdi e frondosi, il cielo sfolgora d’azzurro e il sole tiepido ristora pelle e anima.
La tappa non era preventivata, ma l’enorme parcheggio fra lago e mare ci ha calamitato.
Prima che io lo proponessi, Marco aveva già azionato la freccia a sinistra; nello stesso istante il telefonino ha squillato: i compari, che ci seguivano, avevano percepito indipendentemente da noi la stessa irresistibile attrazione.
Fermarsi, dunque, in questa intersezione di terre e acque meravigliose non è stata una libera decisione, ma un moto istintuale. Da quel momento, e per un’ora buona, abbiamo vissuto uno stato di beatitudine tutto fisico.
Avrei voluto essere Giano Bifronte per ammirare contemporaneamente il paesaggio lacustre e quello marino.
Di solito preferisco il primo, potenziato qui dal fatto che i laghi sono due, contigui e animati da una fauna vivace e colorata.
Le ali di un airone che volava a pelo d’acqua, riflettendosi nel lago, sembravano formare un ovale perfetto; di altri splendidi uccelli non so riferire, non so identificarli nè dare nome alle infinite sfumature della natura.
Per la passeggiata, abbiamo comunque optato per il paesaggio più rassicurante della spiaggia e del mare, un po’ consapevoli del privilegio di calcare noi soli un luogo che d’estate ospita centinaia di corpi stesi al sole, un po’ attratti dagli ampi spazi, un po’ divertiti dai piccoli tesori della pinetina vista mare.
Se il ricordo non fosse stato offuscato dalla foto che, al ritorno, ci scattò un autovelox e dalla relativa sanzione, avrei facilmente aggiunto che i laghi Alimini di Otranto sono fra le maggiori attrazioni del Salento.
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