Attratti dallo spettacolare accesso sul mare cristallino, con vista esclusiva sulla penisola di Gallipoli che si tuffa nel mar Ionio a qualche centinaio di metri da lì, siamo entrati decisi, senza neppure consultare il fedele Tripadvisor.
Per fortuna.
Se avessimo letto prima gli sferzanti giudizi ad una stella con cui qualche irriducibile nemico ha macchiato la reputazione di Le caravelle saremmo sicuramente passati oltre.
E avremmo sbagliato.
Le caravelle è, infatti, un raffinato ristorantino di pesce dai prezzi non certo popolari (90 euro per tre antipasti, tre primi, un secondo e un dessert), ma dalla qualità sopraffina.
Abbiamo ordinato parcamente, nel timore infondato che la soddisfazione dello stomaco fosse inversamente proporzionale a quella del portafogli.
Nonostante ciò, il titolare, simpatico anche per una certa somiglianza con Vincenzo Salemme, ci ha trattato con deferenza e cortesia e ci ha offerto portate gustose e abbondanti.
I miei ravioli al ripieno di cervia con crema di gamberi erano fuori menu: consiglio di inserirli presto perché sono buonissimi.
L’enorme trancio di pescespada alla mugnaia di Marco sapeva ancora di mare. Io non amo molto il sapore deciso di questo pesce che sa di carne, ma, cucinato così sapientemente e ingentilito dalla delicata salsina che lo accompagna senza snaturarlo, mi è parso delizioso.
A giudicare dalla velocità con cui le zuppe di cozze delle comarelle sono sparite assieme al pane da imbibire nell’ottimo sughetto, anche questo piatto doveva rasentare l’eccellenza.
Mi ha divertito la presentazione della pasta allo scoglio scelta dalla mia amica e servita in un cartoccio a forma di caramella. golosamente scartato prima che potessi farne una foto.
Mentre gustavamo il nostro pranzo, sbirciavo le scelte degli altri.
Una torta dall’aspetto sublime ha monopolizzato le mie attenzioni e la mia fantasia.
Dovevo averla.
L’ho avuta.
Era un sogno al sapore di nocciola, granella e cioccolato.
Il pasticcere non è il cuoco del ristorante Le caravelle.
Spero per i clienti futuri che non venga mai cambiato il talentoso fornitore.
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