Le ragazze di pochi mezzi di Muriel Spark (1/1001)

SparkHo sentito parlare di Le ragazze di pochi mezzi di Muriel Spark in un libro di Amelie Nothomb, che ne consigliava caldamente la lettura.
L’inserimento nella lista dei 1001 libri da leggere almeno una volta nella vita mi ha invogliato a conoscere meglio l’autrice e l’opera: forse perché le aspettative erano alte il libro mi ha un po’ deluso.
C’è poca colla fra la notizia della morte del poeta e il lungo flaskback in cui Jane, la protagonista, ricorda la loro frequentazione giovanile e quindi il mondo leggero e fatato del May of Teck.
Alle difficoltà del dopoguerra la Spark dedica un affresco iniziale piuttosto convincente, pieno di immagini icastiche come quella delle case mutilate “come denti a cui sia stata estirpata una carie”.
Il razionamento, la miseria si leggono in trasparenza in tutto il romanzo: quell’unico vestito da sera che indossano a turno tutte le ragazze tranne la proprietaria, troppo grassa per sagomarselo addosso, racconta più di mille saggi gli stenti dell’epoca e l’incredibile allegria con cui venivano sopportati.
La povertà non è il bisogno. Non limita la vita, ma la rende “verzicante di possibilità“.
Altrimenti perché mai l’editore per cui lavora Jane dovrebbe collezionare lettere autografe di personaggi famosi, nella speranza di monetizzarle alla loro morte?
C’è il futuro, in questo libro, un futuro più lungo delle singole brevi vite dei personaggi che lo animano è l’eternità a cui aspirano i poeti, è la perfezione che anima le scelte delle ragazze, che vivono perennemente su di giri, in una “sbornia allegra di alcool o di estrema giovinezza”.
Muriel Spark non partecipa alla gioia di vivere delle sue Le Ragazze di pochi mezzi: al contrario, ha un atteggiamento distaccato, ironico, dissacratore.
Fra tutte non riescono a racimolare un briciolo di cervello“, forse perché l’obiettivo principale per loro è l’amore e le preoccupazioni monetarie sono solo corollari, funzionali alla cura del proprio aspetto e del proprio abbigliamento.
E’ derisa Selina, la bella del gruppo, per il suo mantra, da ripetere quotidianamente: “Il portamento è equilibrio perfetto, una corrispondenza di corpo e di mente, compostezza assoluta in qualsiasi ambiente. Gli abiti eleganti, la cura meticolosa della persona e il contegno impeccabile sono tutti elementi che contribuiscono al raggiungimento della fiducia in se stessi”.
Eppure, gli studi di PNL, oggi, non giungono a conclusioni troppo dissimili da quelle così snobbate da Muriel Spark.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com