Il ristorante da Leda e Santino a Villa Sant’Angelo (AQ)

Da Leda e Santino, ristorante celeberrimo di Villa Sant’Angelo, vige il monito gattopardesco di cambiar tutto per non cambiare niente.
Non c’è più la storica locanda nella piazza del paese, venuta giù, come tante altre case, durante il terremoto.
E non c’è più neanche Santino, che pochi anni fa è passato nel regno dei più.
La formula, però, non è mutata: tartufo di ottima qualità, cinghiale magnificamente cucinato, porzioni abbondanti e cortesia quotidiana.
Dell’antipasto ricordavo sognante le mozzarelline con il tartufo.
Quelle continuano ad esserci e sono sempre un lasciapassare per il paradiso.
Si aggiungono, però, molte altre prelibatezze: i salumi locali, per esempio, uno più buono dell’altro, e un generoso assaggio di pecorino piccante con miele e mele.
Dopo aver ripetuto urbi et orbi che la bruschetta al tartufo valeva da sola l’intero pasto, ho dovuto rettificare: questo pecorino merita ancora di più.
Di un vassoietto non ho potuto assaggiare niente: c’erano peperoni (che detesto), zucchine sott’olio e melanzane con uovo sodo e tartufo.
Io non sopporto l’uovo, se non è ben sbattuto, e infatti sono stata subito premiata con un rotolino di frittata alla mentuccia, proprio piacevole.
Ho apprezzato anche l’insalata di farro, ricca anch’essa dell’oro nero di Leda e Santino.
I primi con funghi e tartufo da Leda e Santino sono rinomati.
Li abbiamo presi anche noi, con diversi tipi di pasta fatta in casa.
La mia chitarrina è arrivata per ultima e, avendo ormai spiluccato a destra (gnocchi) e a manca (pappardelle), non sono riuscita nè ad ultimare la mia porzione nè ad abbandonarla nel vassoio.
Ho chiesto ed ottenuto di riportarla a casa.
Mamma, sgridandomi per la caduta di stile, mi ha rimproverato per aver fatto vergognare i miei amici con questa richiesta popolana.
Sbaglia per due motivi: non sarebbero miei amici se non fossero al di sopra delle convenzioni e non potrebbero mai criticarmi conoscendo loro stessi, per esperienza, l’irresistibilità di questi piatti.
Al confronto il tiramisù, pur cremoso, sfigura, non tanto da evitarmi, però, di contenderne al cameriere la coppa non del tutto vuota.
Il conto è stato pagato “a mia insaputa”, quindi non posso dettagliarvi nulla.
I prezzi mi sono sembrati medio-alti a fronte di una altissima qualità.
Ogni tanto, dunque, ci si può tornare!

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com