Ma già prima di giugno di Patrizia Rinaldi (18/16)

ma già primaMa già prima di giugno: una, anzi due storie che si annodano solo nel finale, ognuna col suo ritmo, testimone ognuna di un’epoca e di uno stile di vita.

È giovane Maria Antonia, la mamma, perché negli anni drammatici e vitalistici della seconda guerra mondiale e della ricostruzione servivano sogni ed energie.

È anziana Ena, la figlia, e da un futuro (2040) indistinguibile dal nostro presente incarna l’epoca di stagnazione che viviamo noi.

In entrambi i casi la prosa di Patrizia Rinaldi, potente, ritmata, immaginifica, si piega a colorire i borbottii dell’anziana e i guizzi della giovane.

Maria Antonia avrà Ena troppo tardi, Ena perderà troppo presto sua figlia: sulla dolente follia di questa tenera adolescenza e sul dolore di sua madre, stiepidito appena dal tempo, Patrizia Rinaldi scrive le sue pagine più belle.

Il dottore mi parlò del DNA, delle ultime pubblicazioni che riguardavano l’inclinazione genetica della malattia. Anche la medicina aveva le sue mode, alcuni scienziati non si portavano più da tempo, come le giacche larghe. Forse il dottore voleva solo consolarmi, voleva sostituire con il DNA il nome del destino. Forse sapeva che con la pazzia ci si sporca, forse non era uno psichiatra intellettuale e sperava di farmi smettere di piangere.

Mi disse che ti avrebbero trattenuta per una settimana, di più non si poteva, dopo avresti dovuto continuare la terapia farmacologica. Fece una smorfia, sapeva meglio di me che nella fase maniacale i pazienti si sentono sani come pesci, e i pesci a tutto pensano tranne a prendere calmanti e sonniferi. Se non prendono sonniferi non dormono, restano svegli per giorni e si arrotolano nel loro terrore fino a farsi trovare incastrati tra nuovi rovi durante un’altra fuga”

E gli uomini? In Ma già prima di giugno ce ne sono parecchi, tutte meteore. L’universo indagato da Patrizia Rinaldi è femminile forse perché le donne sono capaci di sfumature che gli uomini, non guardandosi vivere, possono solo ignorare.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com