Il Santuario della Madonna d’Appari a L’Aquila

Created with Nokia Smart CamIl Santuario della Madonna d’Appari è la Cappella Sistina d’Abruzzo.

Lo era in passato: nel Quattrocento, quando committenti danarosi commissionarono un ciclo di affreschi sulla storia di Maria, nel Cinquecento, quando altre maestranze meno virtuose fissarono sulle pareti del nuovo lotto le immagini degli apostoli, nei secoli successivi, quando ulteriori affreschi di tematica sacra si sommarono ai primi dopo il secondo ampliamento del santuario.

È tornato ad esserlo oggi, dopo che un attento restauro ha riportato le pareti all’antico splendore.

Se il Santuario d’Appari è stato meta di turisti e location di sposalizi anche nei lunghi anni in cui un triste intonaco bigio aveva coperto tanta bellezza, si deve all’amena posizione della chiesetta, stretta tra le falesie che incombono a sinistra, paradiso di alpinisti e scalatori, e il torrente Raiale che fluisce tra rivoli e cascatelle sulla destra.Created with Nokia Smart Cam

L’acqua purissima, il verde degli alberi, il silenzio che ci abbraccia pur rasente la strada statale sono stati negli anni il polo attrattivo di mille gite alla Madonna d’Appari. Solo ieri, però, grazie ad una visita guidata promossa dall’Archeoclub di L’Aquila e mirabilmente animata dal dottor Mauro Rosati ho avuto modo di visitare e ammirare l’interno.

La prima reazione, assolutamente emotiva, è ammutolire. Una chiesetta tanto piccola, privata finanche di una pianta regolare dalla capricciosa orografia delle rocce, contiene come uno scrigno affreschi talmente raffinati e colori così vividi e brillanti che la contemplazione paralizza le corde vocali. Non te lo aspetti, no, in quel santuario sottratto con sforzo alla prepotenza della natura e alla brutalità degli uomini.WP_20150419_081

Poi lo sguardo attento del dottor Mauro Rosati ci ha svelato mille particolari: dall’acquasantiera insolitamente sostenuta da una mano che fuoriesce dalla parete

L'acquasantiera vista dal basso
L’acquasantiera vista dal basso

allo sguardo demoniaco del viandante

San Martino col demonio
San Martino col demonio

a cui san Martino dona metà del suo mantello alle allusioni a Raffaello che dimostrano la fattura sopraffina degli affreschi, attribuiti a Francesco da Montereale, lo stesso che decorò la bellissima chiesa di San Bernardino a L’Aquila.

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Il ciclo di affreschi sulla vita di Maria

La vita di Maria è riprodotta e incorniciata nei momenti topici: la nascita fra gli agi di una ricca famiglia (quanta differenza tra quella scena di nobile benessere e la sobria Natività di Cristo, qualche immagine dopo), la presentazione al tempio, il fidanzamento con Giuseppe (con tanto di corteggiatore deluso che spezza il bastone alla cui mancata fioritura aveva affidato invano il suo amore), la Visitazione a Elisabetta, la Natività, appunto, e infine la Passione di Cristo, in cui la sofferenza di Maria traspare così prepotente che vien voglia di abbracciare la donna istupidita dal dolore più che venerare la potentissima Madre di Dio.

La Pietà
La Pietà

Tra queste immagini, trionfa in una nicchia la Pietà che, secondo la tradizione, comparve alla giovane Maddalena Chiaravalle per intimarle la costruzione di un santuario lì fra le rocce. La storia è forse leggendaria, finalizzata ad onorare la ricca famiglia Chiaravalle che, per molti secoli, si fece carico di distribuire pane a tutti i compaesani il martedì dopo Pasqua, giorno della “festa grande” della Madonna d’Appari.

Created with Nokia Smart CamLa devozione dedicata al culto è ancor oggi commovente: anche se gli ex voto che ornarono il santuario per molto tempo furono fusi per modellare la corona della statua o furono affidati al Museo Diocesano, tutt’oggi i fedeli illuminano di ceri e fiori la finestrella laterale che corrisponde all’immagine della Pietà.

Mescolando sapientemente devozione, urbanistica e turismo, è stato inaugurato lo scorso anno un breve sentiero, accessibile a tutti, ben illuminato di notte e molto frequentato di giorno, che congiunge l’abitato di Paganica al Santuario della Madonna d’Appari. Il torrente Raiale ride alla destra di chi scende (pensavate forse che l’avrei affrontato in salita?), alla sinistra si alternano le stazioni della via crucis per i devoti e le panchine per i pigri e la pavimentazione in legno non turba l’impatto con la natura e non tormenta i piedi.Created with Nokia Smart Cam

Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com