Me sa de sì.
Ha una posizione centrale, un menu non banale, un punto d’onore nella celerità e cortesia del servizio.
Noi abbiamo copiosamente banchettato lì con i Borghi d’Abruzzo.
Bando ai soliti affettati: l’antipasto caldo pensato per noi è nato per scaldare il cuore.
Due pallotte cacio e ova, tanto per cominciare, con un sapore dolcemente deciso che è esclusiva dell’Abruzzo adriatico.
La trippa, invece, è stata più ordinaria: cotta bene, sapida il giusto, poco aromatizzata, ma, forse proprio per questo, più anonima delle due strepitose portate precedente.
L’arrivo dei ravioli alla ricotta ha sancito per il ristorante Masa il ritorno definitivo all’eccellenza: ne erano tre, ma occupavano tutto il piatto.
Ormai sazi, abbiamo ugualmente pasteggiato con pollo (un bel cosciotto forse prefritto, ma sicuramente dorato alla perfezione) e ottime patate a cui è stato probabilmente destinato lo stesso trattamento della carne.
Per dolce, come da tradizione, ci è stata servita la pizza dolce, un pan di spagna striato con tre creme, bianca, gialla e scura.
Ora, io non so se l‘Elisir dello speziale offerto a conclusione del pranzo, dopo il fragolino e lo spumantino, sia prerogativa del ristorante Masa o ci sia stato offerto da un produttore locale, ma tutti i miei amici ne sono rimasti deliziati.
Ristorante Masa, mi ha davvero persuasa.
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