Mò pizza si vede già dalla statale 17, ma si raggiunge dal bivio di Paganica. Ci vado sempre volentieri, perché è un locale senza pretese, che dà più di quel che promette.
I primi a Mò pizza
La veracità della cucina è garantita dalla provenienza dei proprietari, campani d.o.c.
Prima del terremoto gestivano La cascina per un sogno a Tornimparte, quando da sogno era il cibo e non la location fantasiosa.
Ci sono pizze di ogni tipo, mentre sui primi il menù si assottiglia molto e si fa tradizionale. Oggi assaggeremo le fettuccine del frate, con pomodorini, guanciale e crema di pecorino. Del resto 4 dei 5 primi (oltre questo, l’amatriciana, la gricia e la carbonara) prevedono un trionfo di guanciale e ci assoggettiamo volentieri a questo primariato.
Il sapore è più insolito di quel che sembrerebbe. La crema di pecorino accarezza in lunghezza le fettuccine, leggera ma palpabile, e vivacizza il pomodoro senza schiacciare la croccantezza del guanciale. Marco, ben soddisfatto anche della quantità proposta, sentenzia che è un piatto ricco senza prepotenza. Sono completamente d’accordo.
Gli arrosticini di Mò pizza
Sugli arrosticini, invece, bisogna ancora lavorare.
Per noi abruzzesi quello della brace è un rito: gli arrosticini dovrebbero presentarsi nel loro tipico contenitore in coccio e non semplicemente avvolti nella carta argentata, che pur ne preserva la temperatura.
Questi di Mò pizza nascono da bei pezzi di carne, ma difettano un po’ nella cottura e sono proposti leggermente troppo duri. Per intenderci, sono pieni di sapore e godono della giusta salatura, ma c’è un qualcosa nella cottura che potrebbe dispiacere a un purista.
Il vero punto di forza del locale sono però le pizze. Vi prometto che integrerò presto l’articolo con foto e commenti a queste delizie.
Il costo è sempre medio-basso, grazie anche allo sconto del 20% concesso a chi prenota con the fork. Stavolta abbiamo speso 30 euro complessive per due primi (ottimi e abbondanti), 10 arrosticini e 1 bottiglia di acqua.
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