Il museo delle conchiglie a Cupra Marittima (AP)

20160409_164837Al museo delle conchiglie di Cupra Marittima ho scattato 120 fotografie: è stata una prova di grande moderazione da parte mia, se si considera che sono esposti oltre 900.000 reperti e che altri 11 milioni di esemplari sono custoditi nei depositi.
Sono cifre da capogiro, che fanno del museo delle conchiglie di Cupra una straordinaria eccellenza italiana: non esiste al mondo collezione malacologica più ricca.
E come tutela lo Stato questo straordinario patrimonio? Pretendendo perfino l’IMU sull’enorme capanno a due piani che ospita questo spettacolare museo privato.20160409_165541


Avevo alte aspettative, suscitate dalla lettura delle recensioni entusiastiche su Tripadvisor, eppure la realtà ha superato mille volte le mie più sfrenate fantasie.20160409_172727
C’è da dire che del mondo delle conchiglie non sapevo nulla.
Come tutti, da bambina ho collezionato le più belle, ricavandone collanine e braccialetti, convinta che il mare Adriatico ne fosse il prezioso scrigno, poi, da quando l’adolescenza ha tolto fascino al mondo, me ne sono bellamente disinteressata fino ad oggi.
Ero totalmente impreparata, dunque, all’incredibile varietà di forme, colori, materie che avrei ammirato nelle due ore piene trascorse, senza accorgermene, al museo delle conchiglie di Cupra.


Non c’è colore, per quanto tenue, per quanto acceso, per quanto damascato, per quanto puro, che non sia rintracciabile nelle conchiglie: Marco ed io ci siamo rincorsi dall’una all’altra teca esortandoci a guardare qui o lì o là, perchè dovunque c’era una sorpresa che dilatava nella nostra mente i confini della malacologia.
Miioni di anni prima che l’uomo comparisse sulla Terra, le conchiglie c’erano: inestimabili reperti fossili, egregiamente conservati, ce lo dimostrano incontrovertibilmente. E che dire dell’enorme fossile conservato nella sala?20160409_173947

E non è certo l’unico: fra impressionanti arcate dentarie di dinosauri estinti da millenni e tenere tracce di piccoli animali primitivi (commovente “Franco”, cucciolo millenario che è la mascotte fossile del museo delle conchiglie) ci siamo sentiti sul set di Jurassic Park.20160409_170143
Da tempi a spazi lontani, abbiamo ammirato poi le specie diverse rintracciabili in tutto il mondo e addirittura le diverse imbarcazioni tipiche utilizzate per la raccolta dei molluschi, che, se nel museo soddisfano fini estetici, altrove sono richiesti per le carni squisite e per la pregevolezza del carapace.
Quando poi all’infinita varietà della natura si aggiunge il genio umano, la malacologia trova nuove declinazioni.WP_20160409_031
L’intero primo piano è dedicato a manufatti ottenuti dalla lavorazione delle conchiglie: ogni anno una nuova mostra a tema si aggiunge alle collezioni precedenti, creando un insieme vario ed appagante. Le mie “isole” preferite sono riguardano le maschere africane, ma anche i ventagli d’epoca coloniale non mi hanno lasciata indifferente.


I proprietari del museo delle conchiglie sono collezionisti compulsivi: accanto al pezzo rarissimo, si trova facilmente, nelle sale, qualche patacca inserita nelle collezioni solo perché di stampo marino. Sono sempre al lavoro: li abbiamo lasciati a restaurare uno strumento musicale dai tasti in madreperla, scovato in un mercatino per “soli” 250 euro.

Sono persone come loro, appassionate e folli, lucidamente folli, a fare dell’Italia la patria della cultura e della creatività.

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Nella pagina “I luoghi che ho visto” troverai tutti i luoghi che ho raccontato sul blog.

Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com