Ortona a mare (CH)

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Vico Bonelli
Vico Bonelli

Una visita di Ortona a mare non può che cominciare dal suo castello.

E non solo per motivi di parcheggio.

Lo stemma della città ritrae un maniero, diverso per forma e datazione da quello che oggi svetta sul mare, memento alla caducità umana per le mura occidentali perfettamente conservate laddove quelle speculari crollarono in mare in seguito ad una frana.

In estate non è raro assistere a qualche spettacolo: è terra di artisti, Ortona, ama la musica e le belle arti. Dal finestrone che guarda alla città si vede per intero il lungo corso.

Percorretelo.

Percorretelo guardando in alto, per ammirare finestre e colonnati: dopo la visita di Margherita d’Austria, che fece costruire il palazzo Farnese, i nobili di Ortona abbellirono le loro abitazioni secondo quella moda, con risultati esteticamente gradevolissimi.

Per chi ama i vicoli stretti, che in un’ottica ancora medievale intersecano il bel corso, sarà piacevole percorrere lo stretto Vico Bonelli, che porta direttamente fuori dalle mura della città. Non temete: pochi passi ancora e vi troverete di spalle alla chiesa di San Tommaso, dalla bella cupola e dal magnifico portale.

San Tommaso: il portale
San Tommaso: il portale

All’interno custodisce il museo diocesano, con reperti pregevoli sulla storia della città e sul culto al più diffidente degli apostoli.

La vostra passeggiata può continuare fino alla piazza che dà sul porto di Ortona. Qui si fronteggiano due edifici importantissimi.

IL teatro Vittoria
IL teatro Vittoria

Il teatro Vittoria fu donato alla città dall’ingegner Pincione, l’Indiana Jones del primo Novecento, che lo costruì a sue spese a patto che fosse dedicato alla moglie amata. È una costruzione d’epoca fascista ed esibisce sfarzosamente i simboli dell’epoca: l’aquila trionfante, Apollo con la lira, la maschera tragica e comica ai suoi piedi.

Di fronte c’è l’ingresso alla cappella miracolosa: pare che, da un affresco sulla passione di Cristo, sgorgò sangue sacro. Appartiene alla chiesa di Santa Caterina, un tempo proprietà delle monache di clausura, gioiello barocco impreziosito da una bella tela di Spinelli alle spalle dell’altare e da molti stucchi, dipinti, sculture, inneggianti al trionfo sulle umane passioni.

Santa Caterina: l'interno
Santa Caterina: l’interno

C’è un angioletto che porta via uno specchio di cui mi sono perdutamente innamorata.

Al primo piano dello stesso edificio, c’è, doverosamente, il Museo della Battaglia, che merita un capitolo a parte.

Per ristorare gli animi turbati dalle atrocità documentate nel Mu.Ba, vi consiglio di percorrere la via Orientale, una solatia circonvallazione tutta pedonale, che si affaccia sul golfo e tenta con i tanti localini, le panchine e i lampioni in stile liberty. Mario Cesari, che di Ortona è la memoria storica, ci confida, scherzando ma non troppo, che la rovina della città è proprio lì, in questo posto tanto ameno che ci si dimentica di lavorare, lottare, produrre.

Via Orientale
Via Orientale

La via Orientale sfocia al castello: il nostro giro si conclude qui, da dove era partito.

Ditemelo voi: ne è valsa la pena?

Per me, Ortona è una città incantevole. Ancor di più perché scoperta con gli amici di Borghi d’Abruzzo.

Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com