San Daniele del Friuli e La Casa del Prosciutto

WP_20160805_19_20_58_ProLa guida della Newton Compton può ben definire il piccolo borgo di San Daniele come “la Siena del Friuli” e magnificarne l’urbanistica armoniosa o l’architettura elegante.
Può elencare a ragion veduta le chiese da visitare e i belvedere in cui sperdersi ammirando un paesaggio mozzafiato.
Io avevo un solo pensiero: il prosciutto.
Più mi avvicinavo all’altura su cui sorge San Daniele più mi rassicuravo: nessuna grande azienda con fumi e afrori all’orizzonte, nessun ecomostro a falsare i sapori, solo campagna verde e casupole sparse.


Finalmente è cominciata la salita e il borgo ci si è compattato davanti con i bei palazzi signorili, le facciate austere, rallegrate da un unico balcone centrale ben fiorito, i tetti spioventi, avvezzi alla neve, la chiesa di San Daniele, bianca e maestosa a dominar la piazza, archi e arcate per proteggerci da un freddo inatteso.
L’atmosfera festosa e godereccia che si respira a Norcia è del tutto estranea all’ambiente di San Daniele, dove tutto ha una dimensione soffusa, rarefatta, raffinata.
Non c’è quasi bar o ristorante che non sia anche “prosciutteria”, certo, ma l’ostentazione si limita al nome.
Per capire, bisogna entrare.
WP_20160805_006E noi siamo entrati a “La casa del prosciutto“, caldamente raccomandata dagli utenti di Tripadvisor e intrigante perché, nella semioscurità di una finestra al secondo piano, esibisce una sorta di puzzle di prosciutti che ha stuzzicato la mia fantasia.
L’interno fonde abilmente tre anime diverse: tavoli, panche e fortunatamente tariffe da pub, bancone di salumi e formaggi da norcineria, bunker con mostra di prosciutti da gioielleria.WP_20160805_19_20_03_Pro
Un solo piatto degustazione (15 euro) è bastato per soddisfarci in tre (ammetto, però, di aver fatto la parte del leone).
Il prosciutto di San Daniele va degustato sottilissimo. Moltissime fette, impalpabili e vaporose, suggeriscono l’idea di una nuvola di sapore che, in bocca, si scioglie lentamente, in maniera quasi mistica, e ridefinisce al rialzo l’idea che finora ho avuto del prosciutto. WP_20160805_19_17_28_Pro
I sottoli e i formaggi che lo accompagnano sono ancelle discrete, che in nulla ledono la maestà del Re del piatto. Fra loro, il ruolo di gran ciambellano va conferito sicuramente al frico, formaggio locale, insolito per aspetto e per sapore, ottenuto mescolando vecchio e nuovo cacio grattugiato e infornando la pastella risultante.WP_20160805_19_21_06_Pro
Vinta dal vizio, mi proclamo suddito acclamante del godurioso regno del gusto, che ha in San Daniele del Friuli l’indiscussa capitale.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com