Il tempio di Santa Maria della Consolazione a Todi (PG)

WP_20151115_019Lo chiamavamo “la maledizione del Bramante” quel portone sempre chiuso al Tempio di Santa Maria della Consolazione a Todi.

Chiuso solo per noi, naturalmente, perché ovunque leggevamo e ascoltavamo descrizioni ammirate dell’interno di una chiesa che, per forma e per posizione, ci aveva già stregato.

Il tempio di Santa Maria della Consolazione è alla base della collina, appena fuori le mura, splendido punto di partenza di una sognata espansione della città, che la Storia poi non consentì.

Con lo stesso criterio, l’Architetto, Donato Bramante, designò l’ubicazione di San Pietro al Vaticano, ma Roma fu soggetta poi ad altro, ben più grande destino.

Santa Maria della Consolazione è dunque la prova generale di una gloria che a Todi non fu procacciata dalle armi né dalla politica, ma dall’arte.

Anche in campo artistico, la chiesa del Bramante rompe la continuità urbanistica medievale e, di contro a un’intera città, si erge solitaria, grandiosa, rinascimentale.WP_20151115_022

La facciata possente, la grande cupola centrale e le quattro laterali, una su ogni abside, persino la lanterna, a 70 metri da terra, acquistano leggerezza nel dialogo fra le parti. La luce che filtra dall’interno, poi, è ulteriore stimolo ad una visita che, finalmente, il 15 novembre 2015 è stata possibile.WP_20151115_046

Per me, beninteso, perché “la maledizione del Bramante” per Marco continua, per colpa di un parcheggio complicato e di qualche foto artistica di esterni, che hanno sottratto a mio marito quella decina di minuti che ci divideva a nostra insaputa dalla chiusura.

Indescrivibile l’espressione che gli si è disegnata in viso quando si è accinto a varcare il portone di ingresso ed è stato fermato, cortesemente ma incondizionatamente, dal custode, che già si era attardato per noi.

Neanche io ho avuto il tempo per soffermarmi nei particolari. Almeno due dei cinque minuti a nostra disposizioni li ho persi a testa in su, guardando ammirata le statue gigantesche dei dodici apostoli che riempivano gli spazi, rimpicciolendoli in parte.

La statua lignea del Papa Martino I, nera come la pece, mi ha incuriosito anch’essa.

Cercavo però le tracce del miracolo: quell’icona, oggi incastonata nell’altare, che miracolò un uomo WP_20151115_038malato agli occhi dopo la pulizia della preziosa immagine e che fu all’origine di tanto splendore.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com