In effetti, tutto è concepito per ospitare grandi folle: i parcheggi amplissimi, gli spazi immensi, l’offerta ricettiva variegata che si snoda senza soluzione di continuità nel viale prospiciente la chiesa.
San Gabriele riscuote consensi anche fra i giovanissimi: a 100 giorni dall’esame di maturità, è
consuetudine che tutti gli studenti abruzzesi si incontrino a San Gabriele per la benedizione delle penne con cui vergheranno gli ultimi elaborati della loro carriera di liceali. Che San Gabriele li illumini, e che illumini anche noi docenti chiamati al gravoso compito della valutazione!
Il paese, Isola del Gran Sasso, è a qualche chilometro: il complesso religioso invece è a due passi dal casello dell’autostrada e si erge come cattedrale del deserto, fungendoda spartiacque fra una natura spettacolare e infrastrutture satelliti a mio avviso raccapriccianti.
Un grottesco cartello di “Carico e scarico pellegrini” la dice lunga sul rispetto che l’amministrazione tributa ai fedeli.
Non avevo mai visto la nuova chiesa ipermoderna; mi bastava quel che ne balenava alla vista nei percorsi autostradali per tenermene ben lontana.
L’intuizione è stata immediatamente confermata dai fatti: la nuova costruzione, grandissima e, ieri, ben chiusa, è a ridosso del santuario originario, che, a onor del vero, non brilla di fulgida bellezza neanch’esso, ma che almeno, con la sua grande cupola e le linee morbide, nel passato si inseriva armonicamente nel contesto paesaggistico.
Il colpo d’occhio oggi è raggelante: sullo sfondo, boschi e vette innevate; a sinistra, un santuario ottocentesco vagamente pacchiano nell’abbondanza di stucchi e affreschi; a destra, a poche decine di metri, una colossale architettura di vetri e acciaio che avrei visto meglio come autosalone; di fronte, un parallelepipedo che, secondo la brochure, ospita le campane più belle del mondo e che a me parrebbe candidabile per il record contrario.
Davvero bello, nella parte nuova, è solo il portone dell’emigrante, appena inaugurato. Tornerò a visitare l’interno, il grande presepe e la via Crucis nei boschi. Mi piace lasciar sempre qualcosa di incompiuto nei miei viaggetti: è uno stimolo a tornare!
Entrando nel primo santuario, in delicati colori pastello, la vis polemica si smorza non poco.
Dietro l’altare, è dipinto un San Gabriele che levita fra i nostri monti. Il Corno Grande e il Corno Piccolo del Gran Sasso sono stilizzati, ma riconoscibilissimi, dietro di lui.
Nella cappella laterale, fra decine di angeli portaceri dalle lunghe ali dorate, giace il Santo, con il viso rivolto all’ingresso come per accogliere il fedele.
Vicino alla porta di ingresso, è ben illuminato un quadro quattrocentesco che riproduce un’Annunciazione. La Madonna, particolare affascinante, sta leggendo quando l’Angelo compare a farle visita.
Non perdete una visita al museo: è un luogo davvero emozionante, che resuscita il sentimento religioso in chi lo sente intorpidito e affascina anche gli atei per l’unicità di quel che riproduce.
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