Per entrare in una fiaba si ha bisogno di un mezzo di locomozione adeguato: il nostro tappeto volante è stato un trenino, di quelli che in Italia sono la gioia dei bambini e che in Carinzia vengono contesi anche tra gli adulti.
Il suo nome, TschiutschiuBahn, mette già allegria, ma il tragitto che compie riempie il cuore di magia.
Non manca il ruscelletto che turbina vicino alla strada scintillando al sole: come un bimbo monello, salta di qua e di là fra ruzzoloni e cascatelle, poi si sdoppia e si riunisce, circondando piccole zolle di terra che, abbracciate dalle acque, diventano minuscole isole verdi di un mondo lillipuziano.
E’ agosto, ma lassù, sui Monti Tauri, biancheggia già la prima neve.
Il tocco dell’uomo è leggero: solo alcune stube qua e là, semimimetizzate dal legno della foresta, qualche fontanile intagliato, un sentierino ameno che si snoda ai margini del ruscello, molti ponticelli a vivacizzare la valle.
Sulle rive del Polla sono strategicamente posizionate piccole panche in legno: ne occupiamo una e, mentre il corpo si riposa, la mente, sperdendosi ad inseguire gli zampilli dell’acqua, naufraga, lasciando dietro di sè, relitti e non rimpianti, gli stress accumulati durante l’anno.
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