La trattoria la Torre (da Peppe: olè se magna) di Campoli Appennino (FR)

Si chiama Trattoria La Torre, ma tutti la conoscono come “da Peppe: olè se magna” ed è una bettola anni Settanta che sorge sul rettilineo che collega Sora a Campoli Appennino.
Ci siamo approdati per caso, dopo una fuga precipitosa dal parcheggio del ristorante Il tartufo, invaso di macchine per via di minacciosi “ricevimenti” a cui è stata probabilmente invitata tutta la popolazione nel raggio di venti chilometri.
La trattoria La Torre è stata dunque un ripiego: le migliori scoperte, del resto, capitano così, quando non c’è studio né pregiudizio a gonfiare le aspettative.
Il giardino della trattoria La Torre era gremito di clienti, così ci hanno sistemato nella grande sala interna, dove, un po’ preoccupati, ci siamo predisposti ad una lunga attesa.
Così non è stato: con il sorriso sulle labbra e qualche canzoncina fischiettata fra i denti, lo staff della trattoria La Torre vola.
C’è un anziano fuochista addetto alla brace che cuoce pezzi di agnello, braciole e salsicce ininterrottamente: arriva la comanda e subito i bocconi più cotti vengono impiattati e serviti.
Così mamma, che non aveva richiesto il primo, si è trovata con il suo piatto caldo entro pochi minuti.
Le patatine di contorno, bollenti, croccanti e sapide il giusto, sono sfuggite al suo controllo: pezzo dopo pezzo temo di averne preso per me più della metà.

Fettuccine con tartufo e funghi porcini alla trattoria La Torre di Campoli Appennino

Poi sono arrivate le nostre fettuccine, gialle di uova casarecce, spesse e cotte al dente, doviziosamente condite di funghi porcini e dell’onnipresente tartufo che è la cifra stilistica di Campoli Appennino.
Ogni piatto ne contiene una montagnola, ma sono così buone e leggere che la digestione non ne è per nulla appesantita.
Ormai satolla, ho potuto stornare dalla mia porzione di patatine un piccolo indennizzo a mamma, che avevo saccheggiato a inizio serata, e gustare piccoli bocconi della buona grigliata mista che avevo diviso con Marco e che gli ho ceduto quasi per intero.
Per i miei gusti, l’agnello è stato molto buono, la salsiccia godibile, la braciola leggermente stopposa.
Chi ha pagato?
Ci siamo concessi di giocare a “OK, il prezzo è giusto”.
In assenza totale di menu e punti di riferimento, abbiamo azzardato fra noi delle cifre: Marco, sempre ottimista, ha ipotizzato un conto di 40 euro (per due primi, due grigliate, tre contorni e una bottiglia d’acqua)
Ha vinto lui, con una approssimazione per difetto di 5 euro.
Mamma ed io abbiamo sballato.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com