Già pronunciandone il nome, tutte quelle i conferivano al volto un’espressione di attesa meravigliata.
Per una serie di impegni, abbiamo aspettato quasi il termine di scadenza del coupon che proponeva un pasto all’agriturismo Trivilini a prezzi bassissimi prima di deciderci a fruirne.
Sulla strada tutta curve che collega Lanciano a San Vito Chietino si apre all’improvviso un viottolo brecciato che conduce dopo pochi metri ad un parcheggio improvvisato fra gli olivi, di grande suggestione visiva e di grande difficoltà di manovra per evitare le radici affioranti.
L‘antipasto è stato all’altezza dei sogni: su un pirottino rosseggiava una pallotta cacio e ova e intorno, buoni vassalli, si stendevano melanzane e zucchine grigliate, pezzi di ottime torte rustiche, un grazioso fungo ripieno, formaggi e salumi di discreta fattura.
Purtroppo il resto della cena non è stato all’altezza né dell’entrèe né della squisita cortesia della giovane proprietaria.
La pasta coi funghi scarseggiava nettamente di condimento e si riduceva, nei fatti, a pochi fili di pasta sovrapposti.
Anche l‘arrosto misto rivelava gli stessi difetti: cottura non ottimale e quantità ridotte.
Che sia un trattamento riservato a chi arriva lì con una tariffa vantaggiosa?
E i dolci?
Quei dolci che ci avevano occhieggiato per tutto il pasto?
La torta di mele si è frantumata subito in bocca e lì è rimasta e ci sarebbe ancora se grandi sorsate d’acqua non l’avessero addomesticata e resa deglutibile.
Un po’ meglio mi è parsa la crostata, di cui ricordo ben poco.
So solo che dopo la cena all’Agriturismo Trivilini ci siamo fermati in un bar per sgranocchiare ancora qualcosa: non eravamo sazi.
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