Urbania (PU)

WP_20160821_17_28_12_Pro Urbania è una città festosa.
Lo zampillio della bella fontana ottagonale ci dà il benvenuto al centro; persone di ogni età popolano le panchine della villa e delle vie, i crocicchi nelle piazze lasciano intendere una tradizione conviviale sempre più rara in questo secolo frenetico.
Non avevo letto nulla sulla città, oltre all’esistenza delle mummie di Urbania, meta della gita, e questo spiega il mio stupore iniziale.
Le mura perimetrali lasciavano presupporne, infatti, origini antiche, ma l’urbanistica mi sembrava ibrida.
Di fianco al bel corso porticato, infatti, si innalzavano monumenti di solida geometria che richiamavano da vicino l’architettura fascista.


WP_20160821_17_36_54_ProIl motivo mi si è palesato in tutta la sua terribile evidenza quando sono giunta in piazza Duomo. Se l’edificio più impattante è di certo quello eponimo (con un interno solenne reso insolito da una strana luce azzurrina), di fronte, un po’ discosto, c’è un piccolo sacrario che dà i brividi.
Urbania, città martire, fu totalmente bombardata dall’aviazione statunitense nel gennaio 1944: un’angosciosa mostra fotografica testimonia fino a che punto ci furono macerie e scheletri dove prima trionfavano arte e vita.

Interno del sacrario di Urbania
Interno del sacrario di Urbania

Lo volle la cupa follia di guerra, che infierì sui civili e azzerò tanti secoli della gloriosa storia dell’antica Casteldurante, già nota in epoca rinascimentale per le sue ceramiche e le sue ricchezze.
WP_20160821_17_51_51_ProOggi, a ricostruzione ultimata, Urbania giustappone come un patchwork elementi di epoche e stili diversi in un insieme disarmonico ma vitale.
Per questo, sono rimasta sorpresa e incantata dal soffitto di Santa Caterina, la chiesa degli artisti, un capolavoro di pietra e pennello degno dei libri di storia dell’arte, ma questo paradiso di bianco e pastelli, la bella statua di cartapesta di Santa Lucia or ora restaurata mi è sembrata incongrua.WP_20160821_17_51_17_Pro
A pochi passi da lì, c’è la meta della mia gita: quella  piccola Chiesa dei Morti che ospita al suo interno teschi e mummie e che merita, a mio avviso, una trattazione a parte.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com