La Ricciola di Roseto nasce come gastronomia. E conserva il menu corto delle origini: la scelta è fra due o tre primi, quattro o cinque secondi.
Si sta bene nell’ampia sala, tutta vetrate, che insiste su un piccolo giardino interno, per i bambini (quanti ce ne erano! Era una gioia vederli interagire) vera valvola di sfogo.
La posizione, subito dopo un sottopasso, ma a 50 metri dal lungomare, è abbastanza felice, fatto salvo il problema della ferrovia incombente, comune a tutto il litorale abruzzese e marchigiano.
Il servizio è cordiale e disponibilissimo. Era tutto pieno ma ci hanno invitato a tornare dopo mezz’ora e siamo stati accolti con grandi sorrisi, nonostante non fossimo ospiti altospendenti.
La frittura di La Ricciola
Ingannati da un vecchio menu circolante su Internet, in cui ogni piatto costava almeno tre euro di meno, abbiamo inizialmente richiesto solo le fritture, senza spine per me, di paranza per Marco.
Non ci aspettavamo un fritto così fragrante, cotto benissimo, senza troppo olio e senza eccessi di sale. Il sapore dei singoli pesci era valorizzato, non schiacciato dal tipo di cottura. Insomma, la soddisfazione è stata tale che, incoraggiati anche dai piatti serviti nei tavoli vicini, abbiamo aggiunto al parco ordine iniziale degli spaghetti alle vongole.
Gli spaghetti alle vongole di La Ricciola
Abbiamo fatto più che bene. Gli spaghetti in sé non erano molti, ma la quantità di lupini che li ricopriva e insaporiva era decisamente generosa. È stato un piatto decisamente succulento, che ci ha lasciato con la voglia di tornare e assaggiare altro.
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