Trovar posto a La Maielletta senza prenotazione è praticamente impossibile.
La domenica a pranzo la festante comunità di Pretoro e dintorni si riversa nell’ampia sala dello storico ristorante.
I tavoli per due sono rarissimi: La Maieletta è locale da grandi raduni, in un surrogato moderno di quel che furono in passato le case dei nonni durante le feste.
Coerentemente, il menu è quello della tradizione abruzzese, fatto di pasta ammassata e carni locali.
Sono gusti che non mirano a stupire il palato, ma a perpetuare una ritualità antica.
Anche noi eravamo parte di una allegra tavolata, riunita per festeggiare il compleanno dello zio “patriarca” di famiglia, che aveva concordato con i titolari una serie di piatti di sicuro gradimento.
L’antipasto, rigorosamente all’italiana, comprendeva prosciutto tagliato spesso, salami dolci e piccanti, molto presenti in questo scampolo d’Abruzzo, lonza, una generosa fetta di formaggio, l’immancabile torta rustica, olivette e funghetti.
A parte, un vassoio di melanzane sott’olio ha avuto con noi vita assai breve.
Il mio piatto preferito, qui e sempre, sono i cannelloni, cotti al punto giusto, con un delizioso sughetto che ben si armonizzava con il ricco ripieno.
Ad essi ha fatto seguito un grande vassoio centrale di chitarra col ragù: la pasta, uscita direttamente dallo spianatoio dei cuochi, era tanto lunga da rendere divertente la sfida di dosarne la giusta quantità e arrotolarla ai rebbi senza ritrovarsi a combattere con enormi bocconi.
Per secondo, neanche a dirlo, agnello, presgrassato su esplicita richiesta dello zio, con un occhio al gusto ed uno alla salute, come ribadito dal doppio contorno: deliziose patate arrosto e insalatina fresca.
Chi conosce un po’ l’Abruzzo non ha bisogno di leggere oltre per ipotizzare come dessert la “pizza dolce”, goloso pandispagna farcito con uno strato di crema ed uno cioccolato, reso a La Maielletta alcolico più del lecito da un eccesso di liquore.
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