102 chili sull’anima di Francesca Sanzo (47/ 2015)

102chili_copertina102 chili sull’anima di Francesca Sanzo (Giraldi editore) è una storia vera, narrata di chi, per carattere e professione, sa raccontarsi sul web e nella vita.

Romanzarsi significa dar ordine e senso a pensieri indocili, avvenimenti casuali, sporadiche avvisaglie; in una parola, dar trama alla vita. Francesca Sanzo ha deciso di raccontarsi tramite il suo dimagrimento strepitoso: i quarantadue chili dissoltisi in due anni di rieducazione alimentare e fisica sono diventati, così, il referente oggettivo di un nuovo modo di volersi bene.

Ora, io non credo che l’anima abbia un peso: quel groviglio di emozioni che creano la personalità dell’autrice preesistevano al dimagrimento. La grinta, l’ottimismo, la tenacia sono bene attestati nei post del suo blog, Panzallaria, di due anni fa: semplicemente, erano rivolti a obiettivi meno quantificabili.

Francesca Sanzo è ben consapevole di aver in realtà sostituito un’ossessione socialmente biasimata, quella per il cibo, con una ben apprezzata, quella per lo sport.

Documentando questa conversione, questa muta, come è definita in zoologia, Francesca Sanzo si racconta e così scopriamo che i 102 chili sull’anima erano in realtà ferite di un’infanzia difficile: perseguitata dalla paura di essere poco intelligente, come una professoressa da licenziare o un padre da incarcerare sentenziarono durante le scuole medie, l’autrice ha dedicato i primi quarant’anni della sua vita all’accettazione sociale, tacitando nel cibo i suoi nervosismi e le insicurezze.

Lo dico con consapevolezza, con la forza dei miei molti chili di troppo: una persona obesa non lo è suo malgrado. Quei tanti chili ad avvolgere il cuore fungono da protezione dal mondo e sono contemporaneamente segni distintivi contro un’omologazione sociale di cui si ha orrore e concessioni egoistiche ed edonistiche all’anima oscura che c’è in ciascuno di noi, quella che la Sanzo chiama Dexter. Questa costruzione di sé entra in crisi solo quando la salute cigola e il grasso in eccesso diventa ostativo a qualcosa che si ama di più: in 102 chili sull’anima, ad esempio, la molla per il dimagrimento è stata la presa di coscienza che il piacere dell’avventura veniva azzerato dalle limitazioni del peso.

Il camper da sempre sognato si era svelato infruibile per gli spazi limitati, il pattino si era rivelato una trappola mortale per chi, dopo aver nuotato leggera, scopriva sulle sue braccia tutto il peso del mondo nell’atto duro della risalita: bisognava cambiare.

E Francesca Sanzo si è buttata nella nuova avventura con la tenacia che le derivava da un passato da nuotatrice e da sportiva.

Mi è piaciuto 102 chili sull’anima?

I fatti parrebbero certificare di sì. Stavo leggendo, con interesse e qualche perplessità, Anna di Ammaniti, ma mi è bastato scorrere qualche pagina di questa biografia per appassionarmi alla storia e nutrirmene fino all’epilogo.

È inutile, quindi, che stia qui a sciorinarne i limiti, che sono poi comuni a tutti i saggi a tema: per chi è interessato all’argomento, 102 chili sull’anima è un viaggio Inside out nella vita e nelle emozioni di una grande donna.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com