Le foto aeree mostrano una mezzaluna di sabbia bianca sfolgorante in un cielo rovesciato di acque purissime.
Non potevamo perderci questo luogo celestiale a quache chilometro da Bonifacio. Ad ogni bivio, un cartello indicava la strada in salita, come se davvero la spiaggia della Rondinara fosse abitata dalle rondini e levitasse in aria.
Poi, improvvisa, è iniziata la discesa, ripidissima e tortuosa.
Eravamo in controtendenza: alle 18 una processione silenziosa di autovetture avanzava in direzione opposta alla nostra.
Era tutto un frenare, frizionare, stringere a destra e raccomandarsi al Creatore.
Il parcheggio, costosissimo, si era quasi svuotato.
Pochi passi e due mucche nere.
La spiaggia, infatti, è di una mandria mansueta e tenace, che contende sabbia e mare ai bagnanti.
Ormeggiati nella rada, yacht e motoscafi ci hanno fatto sentire per una volta fra i privilegiati della Terra.
La magia trasmessa dalle foto, però, sbiadiva al confronto con la realtà, anche in condizioni che il mese (giugno) e l’ora rendevano ottimali.
Non perché la spiaggia della Rondinara non sia bellissima, ma perché lo è un po’ meno di quelle meno rinomate e più comode, che abbiamo frequentato nei giorni precedenti.
Marco, viziatissimo, si è addirittura rifiutato di bagnarsi, indispettito dal fondale basso e sabbioso che spegne un po’ i colori altrove magnifici del mare e da un pugno di alghe nel fondale.
Io, invece, ho allegramente sguazzato fino a quando, allontanandomi dalla riva, ho visto ricompattarsi all’orizzonte la forma perfettamente semisferica della spiaggia della Rondinara, che mi aveva attratto nelle fotografie e che sulla riva non è percepibile più.
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