Bevagna (PG)

Created with Nokia Smart CamBevagna, gioiello medievale nel cuore dell’Umbria, sorge in pianura.

Non è certo una peculiarità da poco: abituata a viuzze che sembrano sentieri, da percorrere col fiato corto prima di raggiungere qualche suggestiva piazzola o la chiesa principale di un paese, mi sono beata del bel corso ampio e piano, in tutto sovrastante l’antica via Flaminia.

Le antiche origini romane spiegano la topografia e certe apparenti anomalie nell’assetto viario, che curva in corrispondenza dell’antico anfiteatro o suggella fra le proprie mura frammenti di rovine antiche incastonate nelle mura medievali.Created with Nokia Smart Cam

È il caso di un antico sepolcro, con tanto di epigrafe funeraria, che fa da architrave alla porta di un albergo di lusso.

Attorno allo scheletro dell’antica civitas sono state innalzate mura e strutturate strade di squisito stampo medievale, che hanno resistito alla furia del tempo per la sorprendente partecipazione della popolazione tutta a serbare intatto “uno dei borghi più belli d’Italia” che non usurpa in nulla il suo titolo.

Porta Flaminia: una cesura fra il mondo contemporaneo e il Medioevo.
Porta Flaminia: una cesura fra il mondo contemporaneo e il Medioevo.

Parcheggiamo pure le automobili fuori dalle mura!

Che nulla turbi l’illusione che una macchina del tempo benevola ci abbia trasportato in un Medioevo ricco d’arte ma privo del corollario di sporcizia e disdoro che, nel passato, fece da pendant all’arroccamento delle città.

Bevagna è, infatti, pulita e luminosa nonostante i vicoli stretti che si diramano ai lati del bel corso: ristoranti e negozi di souvenir, ma anche pinacoteche e gallerie d’arte, rallegrano le vetrine e regalano tocchi di originalità. Avevo già visto sul web le sedie “personalizzate” che fanno bella mostra di sé vicino a una locanda del centro: che siano davvero esistiti o ideati dal genio turistico di qualcuno, Angilino er postino e Jovanne sono assurti a emblema di vita oziosa e società face to face.Created with Nokia Smart Cam

Sbalorditiva è la quantità di chiese che si incontrano nel centro storico, quasi tutte di squisita fattura: pare che ci sia un solo, instancabile parroco ad animarle tutte, a dimostrazione del crollo delle vocazioni di questo secolo ma anche della spiritualità elevata che caratterizzò l’Umbria nei tempi andati.

La Chiesa di San Michele Arcangelo
La Chiesa di San Michele Arcangelo

La bellezza della piazza maggiore, piazza Silvestri, colpisce come una staffilata. Il discorso muore in gola e l’animo si apre alla contemplazione: ci sono due chiese a fronteggiarsi, quella di San Michele Arcangelo con l’enorme rosone e il bel portale molto stretto e quella, assai austera, San Silvestro, in cui il devoto è schiacciato fra la poca luce che filtra dalle finestre e l’altare che trionfa al termine di una ripida scalinata.

L'austero interno di San Silvestro
L’austero interno di San Silvestro

L’accesso alla cripta è ben visibile e ricorda da vicino l’ambientazione di certi libri di thrilling medievale. Il palazzo dei consoli, con la sua scalinata monumentale, gli archi sottostanti e la bella fontana decentralizzata, che regalano un colpo d’occhio volutamente disarmonico, furono la risposta laica al potere religioso.

Created with Nokia Smart CamE laicissima è la fedele ricostruzione delle antiche botteghe medievali (noi abbiamo visitato la bellissima cartiera, che merita un post solo per sé), ad opera dei quartieri storici che ogni anno si sfidano nel Mercato delle gaite, straordinaria ricostruzione dei tempi antichi in cui ogni segno di modernità è abilmente occultato (addirittura le grondaie sono mimetizzate da assi in legno).

Dalle foto che abbiamo visto e più ancora dalla passione con cui la gente del luogo lo racconta, progetta e descrive, ci siamo convinti che sia qualcosa di meraviglioso.

Non ci resta che tornarci, e non certo per piangere.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com