La chiesa è una costola del castello: dalla balconata della stanza della baronessa è tuttora possibile affacciarsi direttamente nel luogo di culto per partecipare alle funzioni senza muoversi da casa. Dal 2004 il castello di Semivicoli appartiene alla famiglia Masciarelli, blasonata dinastia di viticoltori, che, dopo un attento restauro conservativo, da sette anni la ha adibita a struttura ricettiva.
All’interno fanno bella mostra di sè una vecchia macina e un torchio in legno datato 1864; il pavimento in plexiglass mostra ancora le antiche buche in cui era ammassata l’uva.
Il primo piano è arredato in maniera pregevolmente antiquaria: lì, tra antiche poltrone, quadri e damaschi, è stato servito il buffet degustazione.
I vini hanno trionfato, come era prevedibile: su tutti, ha riscosso successo il Villa Gemma bianco che piace tanto a Massimo Carlotto.
Nella stanza successiva, ci aspettava un buffet parco e raffinato.
Nessun assalto all’arma bianca come spesso succede durante i pranzi in piedi: i commensali, uomini di cultura, hanno spiluccato qua e là fra i salumi, le pizze rustiche e i formaggi dell’antipasto, continuando fra loro piacevoli conversazioni. Anch’io mi sono lasciata soggiogare dalla raffinatezza dell’ambiente e ho riempito parcamente il mio piattino, anche se, a voi posso confessarlo, avrei fatto volentieri strage dei simpatici frittini già serviti in microcartocci e più ancora dello straordinario miele allo zafferano che accompagnava il formaggio.
Sorseggiando vini, degustando prelibatezze locali, ammirando un panorama a cui un filo di nebbia conferiva un fascino misterioso e soprattutto conversando con gli scrittori della collana Sabot-Age della casa editrice E/O, abbiamo trascorso un’ora davvero diversa.
Sulla pasta ho avuto un piccolo cedimento: le trofie agli asparagi, molto delicate, erano insaporite da petali di pancetta così gustosi che ho volentieri fatto il bis.
Dei dolcini secchi che hanno cesellato la giornata, invece, non mi sono quasi accorta, tutta presa ad ascoltare scrittori che per me sono stati fino ad oggi amici di carta.
Per un giorno, insomma, mi sono sentita principessa e il castello di Semivicoli è stato il mio maniero.
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