L’aria tersa dei suoi 1000 metri s.l.m. corrobora i polmoni e tempra il fisico. Si sta bene, nonostante i rigori climatici invernali.
Il castello, con le sue mura possenti, protegge oggi dal freddo come ieri dai nemici. L’atmosfera, poi, scalda il cuore: da metà dicembre fino all’Epifania Collalto Sabino si fregia del titolo di “paese di Babbo Natale” e, per esser degno di tanto onore, si veste a festa.
Luminarie discrete accolgono il turista già alla base del centro storico: gli alberi si accendono di lucine dove furono le foglie, le abitazioni private fanno a gara nell’esibire luminarie ardenti e mai chiassose.
Sullo sfondo, si espande a vista d’occhio la piana di Carsoli, con i mille paesi marsicani che, visti da qui, sembrano gruppi di luci nel grande presepe di Dio.
L’arco di ingresso al Borgo Vecchio è tutto illuminato: lì la salita acchina e il paese si anima.
Le note delle zampogne invadono l’aria assieme ai tentativi, non sempre riusciti, di intonare cori folkloristici di accompagnamento. Sulle mura, trionfano gigantografie dei grandi quadri a tema natalizio, irradiati da fari potenti: è stato bello riconoscere le figure familiari di Caravaggio o del Ghirlandaio, inserite a pieno titolo in un contesto così festoso.
Dalla piazza principale, vero fulcro della manifestazione, si prosegue verso le cantine del borgo, che i proprietari hanno appaltato a venditori locali: c’è la magliaia con le sue sciarpe e i suoi vezzosi cappellini, con cui ha ornato un piccolo albero di Natale; c’è il libraio con le sue chicche, a cui ho dedicato buona parte del mio tempo e tutti i soldi che avevo con me; c’è l’artista che espone i suoi quadri e l’oste che vende i suoi vini.
È il contesto a rendere delizioso il mercatino: a Collalto Sabino regna l’ordine, meticolosamente conquistato attraverso un gioco sapiente di pietre e sampietrini. Le cantine sono perfettamente restaurate: alcune conservano il brecciato sul pavimento, altre esaltano, orgogliose, gli intarsi di roccia che sono stati il nucleo originale delle abitazioni, altre ancora espongono all’esterno i propri simboli natalizi.
Quando l’Epifania porterà via le feste e il paese si spoglierà di luce non verrà meno la vocazione turistica: noi, per esempio, torneremo in primavera a visitare il castello. Chi viene con noi?
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grazie mille per i complimenti è un vero piacere scoprire che siamo riusciti a trasmettere esattamente quello che volevamo, lo spirito natalizio semplicce e sincero, ancora grazie e ti aspettiamo presto!!!!!
Grazie del feedback. Tornerò presto: mi aspettano il castello e uno dei vostri fantastici ristorantini:)