EcoVillaggio Autocostruito a Pescomaggiore (AQ)

Gli orti
Gli orti

La brochure del Festival della Montagna parlava chiaro: per visitare il nuovo borgo sul Gran Sasso contattare eva@pescomaggiore.org

E così ho fatto: ho compitato una garbata email in cui chiedevo alla “gentile signora Eva” di poter partecipare alla visita guidata che stava organizzando e di cui ignoravo ampiamente i contenuti.

Ho così scoperto che non esiste nessuna Eva, ma che sul Gran Sasso, vicino al borgo di Pescomaggiore, frazione di L’Aquila, è stato realizzato nel post terremoto un EcoVillaggio Autocostruito (di qui l’acronimo EVA) dichiarato di grande interesse architettonico e sociologico da quasi tutti i grandi media nazionali.

La visita guidata era riservata alle scolaresche, ma, se mi fossi recata in loco, avrei sicuramente trovato qualcuno ad accogliermi.

Per questo, la soleggiata mattina del 5 ottobre 2014, ho percorso per la prima volta, con mio marito, la strada comunale che lega la popolosa frazione di Paganica a Pescomaggiore, nella parte più brulla del Gran Sasso.

In attesa della visita
In attesa della visita

Appena fuori dal gruppetto di case, in leggera pendenza rispetto alla strada, si trova l’EVA. Il primo impatto è stato tanto sconvolgente che abbiamo quasi pensato di non scendere neppure dalla macchina e di allontanarci il più presto possibile da quella che, a prima vista, sembrava una baraccopoli di nessun pregio artistico.

Fortunatamente la curiosità ha avuto la meglio sulla prudenza.

Siamo stati accolti come principi da una simpatica signorina che ci ha fatto accomodare sotto il pergolato, fuori da quella che abbiamo scoperto essere una “cucina comune”. Delle cinque strutture che compongono l’Eva, il solo fatto che una sia destinata alla collettività mi sembra stupefacente in un’epoca che fa della proprietà privata l’unico valore e la sola certezza.

Particolare del murale

Particolare del murale
L'anima in legno delle case
L’anima in legno delle case

Le altre sono “in progress”: siamo stati subito coinvolti nella scelta della vernice con cui intonacare un interno e amichevolmente avvertiti che, dalla successiva visita, anche noi avremmo dovuto contribuire con il lavoro alla crescita della comunità (il che, data la nostra pigrizia, è pesante caparra contro la reiterazione dell’iniziativa).

Non ci sono proprietari: formalmente gli edifici sono costruzioni provvisorie autorizzate dall’emergenza post sismica e ne sono responsabili i proprietari dei terreni, che però li hanno concessi in comodato gratuito all’associazione che gestisce il tutto.

Claudia, l’architetto bresciano che ci ha illustrato il progetto, ci ha spiegato che le case che compongono il villaggio sono state realizzate in maniera ecocompatibile. Certo, sono state ditte esperte ad avviare i lavori strutturali e impiantistici, ma l’impegno dei residenti (e in questi cinque anni hanno soggiornato qui diverse persone) è tuttora quello di creare un modus vivendi coerente con lo straordinario contesto ambientale del Gran Sasso.

Vista dall'EVA
Vista dall’EVA
Terrazzini ecosostenibili
Terrazzini ecosostenibili

Le colture, ad esempio, sono tutte biologiche e autoctone: i legumi la fanno da padrona.

Un ricco canneto copre e neutralizza gli odori delle fognature. La struttura delle case è in legno, ma, al posto dei mattoni o del cemento, sono state impilate balle di paglia, che isolano termicamente in maniera egregia (ed effettivamente all’interno delle case c’era un teporino naturale molto piacevole), al punto che basta una stufa a pellet d’inverno (il rigido inverno appenninico!) e il solo calore dei fornelli in autunno e primavera per difendersi dalle asperità climatiche.

Una casa del genere costa solo 600 euro a metro quadro, ma richiede piccole revisioni continue, il che sembra essere parte del divertimento per gli entusiastici avventori.

C’è anche una stanza ad uso foresteria: con circa 15 euro al giorno di contributo spese, è possibile trascorrere una notte in queste strutture apparentemente legate al passato, ma che probabilmente anticipano il futuro.

Una scalinata che andrebbe livellata al più presto
Una scalinata che andrebbe livellata al più presto

Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com