Gallipoli (LE)

Gallipoli non mi piacque qualche anno fa, nella calura e nella ressa di un agosto infuocato, e non mi piace adesso.
Solo le temperature sono cambiate: il traffico e il caos continuano ad impazzare.
Non predispone bene alla visita l’immensa, anonima periferia, che una nuvolaglia diffusa ci ha reso ancora più indigesta.
Anche il centro storico, però, così chiuso e claustrofobico, continua a parermi cadente più che decadente.
Di fianco a palazzi signorili ben restaurati e trasformati in pensioncine di charme, permangono bicocche lerce e cupe che mi fanno rabbrividire.
I vicoli scuri, perimetrati dalle mura alte di vecchie costruzioni che si sviluppano in altezza, mi trasmettono un’idea di pericolo e insicurezza.
Perfino il Duomo, meraviglioso, non si affaccia su una piazza, come nel resto del mondo, ma su un piccolo slargo da cui non è neanche possibile ammirare (né fotografare) la bella facciata barocca.

Il Duomo di Gallipoli

L’interno della chiesa è maestoso, ma, ancora una volta, indicibilmente scuro: i notevoli affreschi che ricoprono il soffitto sono tutti in toni cupi e sembrano schiacciare il fedele più che aiutarlo a librare nelle altezze dell’Empireo.

Duomo di Gallipoli: interno

La famosa movida si articola fra locali, o meglio loculi, stretti a pian terreno, che snaturano Gallipoli con le loro pretese modaiole inutilmente snob.
Ho letto con i miei occhi sulla bacheca di una di queste stamberghe la domanda fatidica: “Stanchi del solito pesce?”. Non ricordo neppure che cosa si proponesse per stuzzicare gli annoiati stomaci dei ricchi turisti.
Per trovare conforto bisogna disincastrarsi dal ginepraio del centro e raggiungere il mare.
Gallipoli sorge infatti su una penisoletta sfacciata che si protende, tutta fortificata, sul mar Ionio e offre scorci meravigliosi a chi abbia voglia di percorrerne il periplo.
Al tramonto, quando il cielo si fa rosa e i pescherecci tornano al porto in lenta processione, è magnifico sostare in contemplazione.
Dopo la sosta, però, mi è sempre stata gradita la ripartenza.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com