Erano anni che non mi avvicinavo ad un thriller d’Oltralpe, ma questo parlava di misteriose scritte in latino e io tendo a leggere compulsivamente tutto ciò che abbia in qualche modo a che fare con le lingue antiche.
Non sono però una lettrice scaltrita in questo genere letterario: con me ogni trucchetto funziona, ogni colpo di scena compare improvviso, ogni inseguimento aumenta la salivazione.
Anche per questo, la lettura di Il potere della lista ha assorbito tutto il mio tempo libero ed è stata efficacissimo scacciapensieri in un momento di grande tensione personale. Sola, nel silenzio della mia stanza, ero distratta solo dal rumore del mio respiro, reso affannoso dall’adrenalina che queste pagine mi hanno fatto crescere dentro.
In filigrana, dietro il pathos crescente, leggo invece un’attenta analisi delle dinamiche familiari ed amicali nel mondo giovanile e, soprattutto, della popolarità, chimera seducente e invischiante di cui sono attratte le “sorelle della lista“, ragazzine accomunate da null’altro che da una generica gratificazione nel trovarsi in una lista di gradimento stilata dagli uomini, i veri burattinai della storia.
Se ne accorge Kenzie, la protagonista, che obietta alle “consorelle”: “Tutto questo fa di voi delle conformiste, delle pecore, gente che non muove un passo senza un sistema di supporto“.
E che dal sistema rischiano di essere annientate.
Altro non posso aggiungere: Il potere della lista è un romanzo ad altro rischio spoiler e non vorrei negare ad altri il divertimento che la complessa trama ha procurato a me.
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