L’hotel Santo Stefano di Pieve Santo Stefano (AR)

L’Hotel Santo Stefano di Pieve Santo Stefano ha una caratteristica che lo rende unico: l’assenza totale di caratteristiche.
Nessun difetto evidente e nessun pregio inaspettato lo impongono alla memoria; le notti lì sono cesure di pace fra giorni intensi.

L’hotel
Si va per dormire e si dorme bene. Altro non accade.
Non devi compulsare mappe o riprogrammare navigatori per localizzarlo: l’Hotel Santo Stefano si trova sulla via Tiberina, proprio nel punto in cui interseca il paese.
Non devi sforzarti per memorizzare il nome: lo mutua dal borgo che lo ospita.
L’accoglienza è cordiale, ma non calorosa.
La disponibilità è apparente più che sostanziale: noi, ad esempio abbiamo ottenuto senza problemi di commutare la cena prevista dal nostro Smartbox con il pranzo del giorno successivo, ma poi, tra extra pattuiti ed altri del tutto inaspettati, abbiamo speso ulteriori 22 euro.
Del pranzo al ristorante Il portico, annesso all’hotel, vi racconterò in un prossimo post.

La camera
Sulla camera, invece, non c’è molto da dire: né piccola né grande, ha un bagno funzionale, ma non troppo capiente, e un arredamento essenziale, ben organizzato ma decisamente asettico.
Simpatico ma essenziale anche il kit di cortesia per gli ospiti
Nulla da eccepire sul materasso.
I cuscini, invece, sono piuttosto sottili ed io avrei preferito un rialzo maggiore.
Non avrei potuto chiedere di più al riscaldamento, omogeneo e confortevole: si sta come nel grembo materno

La colazione
La colazione dell’hotel Santo Stefano, lo immaginerete, non dà brividi: per le bevande calde c’è un distributore automatico, ma la cameriera si è offerta di prepararci comunque un caffè espresso. Abbiamo declinato l’invito, ma apprezzato il gesto.
Il buffet è dolce e salato, ma nulla invoglia a servirsi un bis.
Questa generale medietà, che in nessun caso inclina alla mediocrità, mi sembra voluta: meta di pendolari più che di turisti, l’hotel Santo Stefano vuol forse minimizzare l’impatto con l’esterno. In assenza di peculiarità che si impongano all’attenzione è più semplice sentirsi a casa.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com