Ed è una calamita per i bikers che scorrazzano in lungo e in largo dal Lago di Campotosto ad Amatrice: il parcheggio, infatti, poco più di uno slargo con brecciolino, ieri era pieno di moto e di macchine sportive.
Ci siamo fermati anche noi, attratti da quell’aria da ranch che il gazebo, i tavoli in legno e il solarium improvvisato conferiscono alla Locanda Cardito.
In realtà, i menu colorati, i grandi cartelloni pubblicitari, le lavagnette appese con apparente negligenza qua e là, il certificato di eccellenza di Tripadvisor e di Eccellenze Italiane bene in vista dimostrano quanto marketing ci sia dietro l’apparente rusticità del motto della casa: “quello che c’è, c’è“.
C’è molto, in realtà.
Noi abbiamo optato per un pranzo veloce: un bis di primi (amatriciana più gricia), acqua e cocacola per complessivi 26 euro.
La bruschetta all’olio e quella, ancor più gustosa, con salsa ai funghi di produzione locale sono stati gentile omaggio della casa.
I due primi ci sono stati serviti contemporaneamente, su un unico piatto oblungo in legno: a giudicare dalle ricche porzioni degli altri, non è stata una grande idea prevedere un bis che comportasse uno spazio “cuscinetto” tra il pomodoro dell’amatriciana e l’olio della gricia.
Contrariamente al solito ho preferito le mezze maniche in bianco, ben condite di guanciale, che invece latitava completamente nei pur saporiti spaghetti all’amatriciana.
In sostanza, ho ben pochi elementi per esprimere un giudizio, ma non credo che reitererò la mia visita alla Locanda Cardito, per quanto piacevole sia stata: a pochi chilometri, infatti, al centro di Amatrice conosco tre o quattro ristoranti in cui amatriciana e gricia sono davvero divini, non solo buoni come alla Locanda Cardito.
Prima o poi ve li presenterò.
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