La vera protagonista del romanzo è l’architettura contemporanea, ammirata, descritta, animata ovunque si sia manifestata nell’ultimo decennio: a Londra, che grazie a un rivoluzionario piano urbanistico sta letteralmente cambiando volto, a Milano, la grande promessa, a Pechino, con le sue frastornanti dimensioni.
E se il “lui” della storia è l’archistar di uno dei più grandi studi urbanistici del mondo e lei è una giovane creativa dalle intuizioni geniali, il loro amore passerà necessariamente fra i cantieri dei palazzi più innovativi del mondo.
Le storie d’amore, si sa, si assomigliano tutte: la passione bruciante che annichilisce e nel contempo vivifica si oppone alla tranquillità di una routine consolidata (“Mi sono sempre piaciuti così: carini, poco impegnativi, intercambiabili” sostiene Chris, l’amica della protagonista, che però la rimprovererà così: “Tu e Nic-il-moscio mi sembrate la pubblicità dei piani pensionistici”).
E gli uomini, almeno quelli dei libri, non sempre sincronizzano cuore e cervello.
Alistar Wolf è il cugino assennato di Christian Grey, Amanda Grant è una versione 2.0, accessoriata di cervello, di Anastasia Steele: la passione fra loro non è gioco né perversione, ma sentimento che scuote e si scuote, arroventato da un segreto che aleggia tenue per buona parte del libro.
Lidia Di Simone sa bene che il genere rosa oggi scorre fra il binario delle cinquanta sfumature e quello della chick lit. Maddie lo spiega così: “La mia vita comincia a sembrare una citazione dal Diario di Bridget Jones”.
Love & the city non lo è, naturalmente, proprio in ragione di questo amore esclusivo per la city: l’ambientazione qui è così dettagliata, così appassionatamente descritta che vien voglia di prenotare immediatamente un biglietto aereo per Londra, o almeno per Milano, e ripercorrere le strade che milioni di altri personaggi letterari hanno calcato distrattamente e che qui si illuminano di particolari, curiosità, aneddoti, risucchiando nella loro frenesia anche Maddie e il suo sogno infranto, anche Wolf e il suo peccato originario.
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