Questo piccolo borgo del Salento, da molti considerato la capitale mondiale delle luminarie, ha una invidiabile tradizione di fuochi d’artificio e luci ornamentali.
Fino a poco tempo fa l’emozionante spettacolo era circoscritto ai giorni della festa patronale di Santa Domenica. Da qualche anno, però, anche nel periodo natalizio Scorrano si illumina d’immenso.
Noi siamo stati lì Capodanno sera del tutto impreparati a quel che avremmo ammirato.
Insomma, il tunnel di luminarie pareva ballare proprio come eravamo invogliati a fare noi.
Poi è esploso il cielo.
I fuochi d’artificio sono partiti dal basso verso l’alto, ma ben presto tutta la volta celeste si è fatta incandescente e quando, nel gran finale, spirali color champagne sono parse schiumeggiare sulla folla sulle note della Traviata, anche noi, pur senza i lieti calici, ci siamo ubriacati di arte e magia.
Ma anche quando l’isola sonante si è tacitata, il fascino delle luminarie non si è affievolito.
Se Salerno si ricorda per l’estensione delle luci, Scorrano la supera per intensità e fantasia.
Nella grande piazza attorno alla villa, vicino a una pista di pattinaggio su ghiaccio decisamente vissuta, si distinguevano diverse posizioni da selfie.
Siamo stati ospitati dentro una coloratissima pallina di Natale o, come folletti, col viso fra le suggestivi istallazioni che circondavano un olivo secolare o, ancora, sotto un arco di luci o fra i grumi colorati che mimavano le palle di Natale fra gli alberi della villa.
Il mio punto di osservazione preferito è stato, però, l’angelo trombettiere, più buffo del gemello violinista: ad entrambi ho scattato decine di foto.
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