Capirai perché è il piacere la base etimologica di ogni studioso.
Alessandro Barbero diverte perché si diverte, appassiona perché si appassiona.
La barriera della cattedra è subito superata: Alessandro Barbero bypassa il tavolo, ignora la sedia e, in perfetta empatia col suo pubblico, svela se stesso presentando in piedi il suo ultimo romanzo.
Lui, un medievalista, un esperto di storia militare, sì, ma soprattutto un uomo curioso, si entusiasmò leggendo un saggio di Luciano Canfora, Il mondo di Atene, e si stupì della violenza insita nella democrazia ateniese così come senza filtri e senza eufemismi è rappresentata in quelle pagine.
Democrazia, già.
Un nome, mille significati, mille gradazioni di potere popolare, mille degradazioni demagogiche o oligarchiche.
L’Atene del 411 a.C., squassata dalla guerra del Peloponneso, logorata dai conflitti interni, snervata dalla precarietà degli eventi, era una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.
Che cosa sarebbe successo?
Sarebbe prevalsa l’utopia di Aristofane, che metteva in scena un mondo in cui anche le donne avessero dignità di pensiero?
O gli ultimi rigurgiti di una democrazia che si alimentava dei soldi di pochi sarebbero stati spenti nell’oscurantismo e nella repressione?
Alessandro Barbero, nel suo ultimo romanzo, Le Ateniesi, dà voce a entrambe le pulsioni: nei capitoli dispari, deliziosamente metaletterari, la più spumeggiante figura del teatro comico antico, Lisistrata, insegna dal palcoscenico la libertà anche sessuale delle donne; in quelli pari uno stupro violentissimo fa annegare nel sangue i sogni d’amore di due ragazze del popolo.
Per raccontare questa storia di sesso, sangue e delirio politico Alessandro Barbero si è ispirato al delitto del Circeo, nato anch’esso dalla commistione letale fra farneticazioni superomistiche, droghe (ben sostituite, in Atene, dal vino), istinti predatori e lotta di classe.
Non c’è compiacenza alcuna in Barbero mentro ci racconta la genesi del suo romanzo, ma trapela forte l’emozione, nel ricordo delle sinergie che lo hanno portato sul terreno per lui insolito del mondo classico.
Questa felice escursione, ahimé, è destinata a rimanere isolata.
Nuove sfide attendono Alessandro Barbero.
E l’autore non sa che ne ha già vinta una, difficilissima, richiamando al Palazzetto dei Nobili di L’Aquila un pubblico ampio e attento come rarissimamente è capitato nella nostra disincantata città. Al Rotary Club che ha patrocinato l’evento e all’associazione Volta la carta che ne ha curato ogni dettaglio va il ringraziamento mio e dei tanti che ieri, grazie a loro, hanno vissuto due ore di intenso piacere intellettuale.
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